Regia di Richard Linklater vedi scheda film
Richard Linklater è un regista americano molto amato da una certa critica ma che ho seguito poco: finora avevo visto soltanto "Boyhood", che è un film più unico che raro. "School of rock" probabilmente non sarà una delle sue migliori pellicole, ma ha attirato la mia attenzione soprattutto per un motivo: è un film che ho mostrato molte volte a scuola a classi mie o dove mi trovavo a svolgere ore di supplenza (in cui in genere si propone un'attività alternativa), ed è sempre piaciuto a tutte le classi.
Si tratta di una commedia con contenuto musicale, anche se non è certamente un musical: è la storia di un musicista rock caduto in disgrazia che per guadagnare un po' di quattrini si sostituisce al suo coinquilino come supplente in una prestigiosa scuola privata, dove insegna ai bambini a diventare una rock band. La sceneggiatura è scritta da Mike White, che nel film interpreta Ned Schneebley, l'amico del protagonista che viene da lui sostituito a scuola, e a quanto pare è stata scritta su misura per Jack Black, che oltre a recitare è anche un cantante e musicista. È una commedia che ha anche un suo contenuto pedagogico un po' alla "Attimo fuggente", sul valore liberatorio della musica e sull'insegnamento ad un pensiero anticonformista per i bambini, per quanto sicuramente un po' annacquato da luoghi comuni e diverse inverosimiglianze, ma si tratta di un film che non si prende troppo sul serio, un po' folle e in qualche scena quasi demenziale, e questo nel complesso aiuta a risollevare un po' la sceneggiatura che altrimenti rischiava di scivolare troppo nell'ovvio e nel risaputo. La regia di Linklater è energica e imprime un buon ritmo alla vicenda, valorizzando con intelligenza la componente musicale, ma prestando molta attenzione anche al disegno dei personaggi, tanto che la carta vincente dell'operazione risiede proprio nell'improbabile accoppiata del rockettaro con i bambini, con le sequenze ambientate a scuola che hanno un taglio originale, risultano generalmente colorite e strappano più di qualche risata allo spettatore.
Linklater ha avuto la mano felice col protagonista, qui davvero perfetto per il ruolo, capace di trasmettere l'energia animalesca del rockettaro ma anche di trasmettere empatia ai bambini, nonché di suonare e cantare con grinta e bravura; al suo fianco meritano però di essere citati almeno l'esilarante Joan Cusack come preside della scuola Horace Green, che ha due/tre scene da applauso, lo stesso White che interpreta l'amico remissivo e un po' tutto il gruppetto dei bambini, diretti con piglio robusto dal regista e generalmente spigliati. Certo, come accennavo in precedenza, se si analizza in profondità l'opera non possono non venire a galla numerosi difetti, perché il film risulta una fiaba un po' troppo volenterosa che richiede soprattutto nella parte finale una sospensione dell'incredulità francamente eccessiva... E la scrittura di White è briosa ma allo stesso tempo un po' debole nella cura globale dell'intreccio, tanto che l'entusiasmo di una certa critica americana appare fin troppo eccessivo.
Con un incasso di 130 milioni in tutto il mondo è stato senz'altro un buon successo, per quanto non siano ovviamente le cifre a cui arrivavano i re Mida del box office americano come Spielberg. Nel complesso lo consiglierei come una commedia simpatica e non priva di alcuni spunti davvero riusciti, per una visione senza troppe pretese, magari con adolescenti che possono senz'altro apprezzarlo senza porsi troppi quesiti sulla superficialità o meno della vicenda.
Voto 7/10
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