Regia di Robert Bresson vedi scheda film
Opera prima di Robert Bresson, "La conversa di Belfort" fu realizzato durante l'occupazione nazista della Francia e risulta ancora parzialmente influenzato da una concezione teatrale del cinema, anche se non mancano significative anticipazioni delle sue opere future, in particolare nel ricorso all'ellissi. Con la collaborazione dello scrittore Jean Giraudoux e del padre domenicano Bruckberger in sede di sceneggiatura, il regista sceglie un'ambientazione conventuale e ci descrive la vita delle suore dell'ordine di Bethanie nella loro opera di riabilitazione delle donne in carcere. I temi affrontati sono assai elevati e ricorreranno in tutte le opere successive, come l'influenza delle azioni umane sul destino altrui e la ricerca della salvezza interiore da perseguire a costo della vita, nonchè dell'eterna lotta fra Bene e Male che si combatte nel cuore dell'uomo. Pur risentendo di una certa convenzionalità nel tratteggio di alcune figure, è un film che può contare su sequenze particolarmente intense (citerei almeno certi confronti fra le due protagoniste, l'orgogliosa e indomita novizia Anne-Marie e la ribelle Therese, che alla fine sarà convertita dal sacrificio della prima), un dialogo incisivo e ricco di sfumature e una straordinaria fotografia monocromatica giocata sulle tinte del bianco di Philippe Agostini. Anche nel reparto attoriale il regista mostra la sicurezza della sua direzione, con un elogio particolare a Jany Holt nel ruolo di Therese e a Louise Sylvie come madre superiora. Nel complesso un'opera prima di spiccato valore artistico, un film che risulta un banco di prova per il regista, alla ricerca di un proprio linguaggio e delle modalità espressive più adeguate per veicolare tematiche spirituali in un contesto che risulta decisamente poco commerciale.
VOTO 8/10
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