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Kokuho

Regia di Sang-il Lee vedi scheda film

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La recensione su Kokuho

di alan smithee
8 stelle

locandina

Kokuho (2025): locandina

FESTIVAL DI CANNES 78 - QUINZAINE DES CINÉASTES

Il "kobuki" è una tradizionale forma classica di teatro giapponese , che unisce la performance drammatica alla danza tradizionale.

Conosciuto e ricordato soprattutto per le sue rappresentazioni fortemente stilizzato ed i suoi costumi glamour e riccamente decorati, presenta per tradizione solo attori di sesso maschile, alcuni dei quali devono destreggiarsi ad impersonare geishe ed altre sofisticate figure femminili, sottoponendosi ad un elaborato trucco sbiancante della pelle e indotti ad assumere movenze femminili, meglio se dotati di corpi agili e snelli.

scena

Kokuho (2025): scena

 

Il film si avvia nel 1964, anno in cui muore un potente boss della yakuza, ed il figlio Kikuo, ancora adolescente, viene adottato da un famoso attore, che ha un figlio della stessa età, Shunsuke, impegnato ad imparare le movenze tipiche dell'onnagata, ovvero dell'attore maschio che interpreta una figura femminile.

Siccome anche Kikuo pare predisposto ed interessato a quell'area e quello specifico ruolo, il talentuoso attore decide di insegnare l'arte ad entrambi, facendosi aiutare da un anziano onnagata molto famoso ed esigente. Nascerà prima una amicizia intensa e motivata, poi una rivalità acerrima che porterà entrambi a rivaleggiare per oltre trent'anni per cercare di primeggiare uno sull'altro, pur nell'evidenza che il vero talento sta nell'abilita del figlio adottivo, mentre il potere di manovrare vicissitudini è carriere, in quelle del suo avversario.

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Kokuho (2025): scena

scena

Kokuho (2025): scena

Con lo splendido, scenograficamente sontuoso e sfavillante Kokuho (che tradotto sta per tesoro nazionale, ad indicare un talento innato di gran classe ed esclusività di resa interpretativa), il regista giapponese Sang-il Lee, noto in occidente per un paio di film precedenti come Vilain (2010) e per il remake de Gli Spietati (Unforgiven, del 2013), gira un melodramma lungo quasi tre ore, spese a raccontare l'amore-odio che prende e contende due fratellastro, impegnati per il resto delle rispettive esistenze, a giocarsi una eredità culturale e artistica che li motiva a primeggiare uno sull'altro.

scena

Kokuho (2025): scena

 

Certo quasi tre ore con lunghi dettagli dell'opera in costume giapponese, tra moine e vezzi che noi occidentali sentiamo a comprendere ed apprezzare quanto avviene in patria, costituiscono un impegno non da tutti.

Ma la storia di una sfida familiare tra due fratellastri che si amano e distruggono con lo stesso impegno, risulta anche una epopea forte e galvanizzante anche senza che si possa davvero comprendere appieno ogni sfaccettatura e vezzo dei singoli stilizzati ed austeri personaggi interpretati dai due rivali.

Una sorta di rivalità tra amici inseparabili, alla "Ricche e famose" di Cukor, entro una lunga storia trasposta entro un contesto scenico sfarzoso in stile Addio mia concubine, ma ad ambientazione temporale quasi contemporanea. 

 

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