La recensione su The Running Man

di alan smithee

6 stelle

AL CINEMA

"Non sono il detonatore! Sono solo un uomo che vuole tornare dalla sua famiglia!"

Ben Richards è un operaio licenziato per comportamenti riottosinei confronti della proprietà e del sistema politico vigente, e, rimasto disoccupato, è costretto a partecipare suo malgrado ad un crudele reality show mortale, come espediente necessario a fargli tentare di guadagnare l'ambito quanto quasi impossibile premio in palio, utile, anzi indispensabile per poter sottoporre a cure mediche la adorata bimba concepita assieme alla compagna. In fuga assieme ad altri due concorrenti, presto eliminati dal gioco nella modalità più efferata e cruenta possibile, Ben viene braccato dagli spietati cacciatori-killer e dai droni di loro spettanza, in una fuga impari più di una solenne caccia alla volpe nei boschi di Sua Maestà.

Nel movimentato e tecnicamente piuttosto convincente remake del film capostipite omonimo, reintitolato da noi L'Implacabile, il volto severo di ArnoldSwarzenegger appare sulle banconote dei nuovi dollari, valuta corrente di un futuro distopico poco rassicurante e plagiato da una tirannia che ammali il popolo attraverso una dipendenza verso giochi sadici strutturati per compiacere il regime.

Ben Richards corre, scappa con una taglia ingente sulla sua testa ed un pubblico festante che assiste alla sua fuga.

Nella frenetica corsa il film commerciale trova anche il modo per adoperarsi in una pubblicità occulta della nuova accattivante Renault 5 Alpine elettrica, utilizzando peraltro uno stratagemma non dissimile concettualmente alle dinamiche controverse del regime governativo che sta alla base della storia.

Poi finalmente tuona una frase sensata oggi più che mai, e che recita:

"Volete la verità: spegnete la tv!!!" Godibile, fracassone, piuttosto ben girato, il film, un po' troppo prolisso e rutilante, nonché puerilmente retorico nel ribadire l'importanza della famiglia per un perfetto equilibrio e una essenziale armonia di vita, il nuovo The running man risulta migliore del suo bizzarro e bislacca originale del 1987 (in Italia uscito come accennato sopra, col titolo evasivo de L'implacabile), a cui però non si riesce veramente mai a volere male, nonostante la presenza di un granitico e sostanzialmente inespressivo Swarzenegger, ora molto validamente surrogato dal bravo, efficacemente atletico e muscolare, nonché pieno di charme Glen Powell.

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