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L'agente segreto

Regia di Kleber Mendonça Filho vedi scheda film

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La recensione su L'agente segreto

di pazuzu
7 stelle

È quando i nodi vengono al pettine, e la minaccia che prima si limitava ad aleggiare assume forma e sostanza, che O Agente Secreto fa un deciso scatto in avanti e non si ferma più: si fa perdonare l'iniziale prolissità e si sviluppa vibrante, teso ed emozionante.

 

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Armando, detto Marcelo per gli amici.
Anzi no, detto Marcelo proprio per difendersi dai nemici...
Nel Brasile del 1977, in piena dittatura militare, un ricercatore scientifico universitario fugge da San Paolo verso la propria città natale, Recife, alloggiando con altri dissidenti e lavorando sotto copertura presso l'anagrafe per risolvere delle questioni familiari e cercare il modo per tornare a vivere il proprio figlio ed essere per lui determinante, ormai prossimo all'età della prima adolescenza, ma anche con il sospetto - che presto evolve in consapevolezza - che il passato da cui tenta di allontanarsi è in realtà un pericolo ancora vicino, vivo e concreto.

 

 

Alla ricostruzione di quel passato, nonché dell'insieme del contesto storico e culturale che fa da teatro agli eventi, tiene tanto il regista Kleber Mendonça Filho (che peraltro in quegli anni aveva la stessa età del figlio del protagonista), che si spende in un lavoro filologico che è impegnativo per lui, ma che lo è anche di più per chi riceve dall'altra parte dello schermo: dilungandosi in dettagli anche oltre il dovuto, rende la prima ora della pellicola la sua parte più ostica oltre che verbosa e pregna di informazioni non sempre fondamentali; di certo, restituisce chiare e evidenti le dinamiche di controllo, manipolazione e corruzione dalle quali Armando detto Marcelo (un gigantesco Wagner Moura) deve cercare di difendersi.

 

 

Tuttavia, è quando i nodi vengono al pettine, e la minaccia che prima si limitava ad aleggiare assume forma e sostanza, che O Agente Secreto fa un deciso scatto in avanti e non si ferma più: si fa perdonare l'iniziale prolissità e si sviluppa vibrante, teso ed emozionante, fino a sfociare in un arguto flashforward sul presente, che tira metaforicamente le somme delle perdite nella memoria di un intero paese.

 

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