Regia di Zach Lipovsky, Adam B. Stein vedi scheda film
Quattro cose in croce anche decenti, ma in un mare di cazzate...
FINAL DESTINATION BLOODLINES.
Dopo 14 anni dall’ultimo capitolo si riprende la saga di Final Destination. Questa aveva dalla sua un ottimo soggetto, ossia sfuggire alla morte attraverso una premonizione, ma nel caso si scampi ad essa ritorna a colpire il superstite nei modi più macabri possibili. Di lì si cerca ogni modo di combatterla come ad esempio l’individuazione dei segni attorno a noi prima che colpisca e questa creava tensioni, paranoie e scetticismi. Tale cosa è stata sfruttata e raffinata nei primi due capitoli che rimangono i migliori, poi è precipitato tutto nei successivi buttandola nel grottesco più sfrenato, ma senza più nulla di concreto alla base. Anche questo film non è da meno.
Final Destination: Bloodlines (2025): Brec Bassinger
Anni ’60, Iris e il suo fidanzato si recano all’inaugurazione di un nuovo edificio di grandi altezze con ascensore e un solo enorme attico panoramico vetrato. Durante la festa tra balli di gruppo, fughe di gas e una monetina lanciata male l’attico si frantuma, prende fuoco, crolla e muoiono tutti. Ovviamente era tutta una premonizione di Iris, ma siamo catapultati nel presente con Stefani Reyes che ormai da due mesi ogni notte ha lo stesso incubo proprio di quella visione. Lascia temporaneamente il campus per stare con la sua famiglia chiedendo di Iris e dei suoi sogni, ma i suoi zii sono molto restii e reticenti, in quanto Iris è la nonna di Stefani e non sono in buoni rapporti da molti anni. Dopo essere riuscita ad ottenere il suo indirizzo Stefani si reca da lei, scopre che vive da segregata e guardinga dalla morte, la mette al corrente dei fatti accaduti sessant’anni prima quando salvò tutti, ma che negli anni la morte è andata a cercarli tutti, sia i superstiti che i loro discendenti. Lei è l’unica sopravvissuta in quanto appunto ha imparato a distinguere i segni. Nonostante ciò Stefani la crede pazza, rimane scettica e mentre va’ fuori dall’abitazione la nonna fa’ altrettanto, dà prova delle sue parole e decide di sacrificarsi. Di lì in poi inizierà la mattanza dei familiari di Stefani e, attraverso il libro di Iris, cercherà un modo per spezzare la catena della Morte.
Final Destination: Bloodlines (2025): Kaitlyn Santa Juana
Detta così la trama sembrerebbe avvincente, intrigante e innovativa, ma avete notato qualche margine di errore? Bene, la sceneggiatura ne ha molti, ma molti di più. Tanto per cominciare non si capisce bene perché la Morte impiega così tanti anni a falciare vite quando nei precedenti capitoli ci metteva molto meno tempo. Oltre tutto non si era detto che in Final Destination 2 “solo un’altra vita può sconfiggere la morte” e quindi se la vittima presa di mira partoriva si spezzava la catena? Bene, perché Iris che ha figliato quello stesso anno non ha causato alcun effetto?! Lei e gli altri superstiti tra l’altro!? Ochèi, anche cercando di ribaltare tali regole, le meccaniche per mandare avanti la storia o sono forzate o deliranti o addirittura contraddittorie. I personaggi poi sono mal caratterizzati, muoiono persone, ma sembra quasi fregarsene poco dopo, alcuni sembrano sparire così, molte morti o reazioni a catena per quanto spettacolari e a tratti divertenti hanno poco senso, come quella della risonanza magnetica o l’incendio nella sala tatuaggi. Mancano la tensione, la paura e la paranoia, i nuovi modi per combattere la morte sono da mani nei capelli, soprattutto per quelli che decidono di prendere. Il finale è oltretutto telefonato e stupido. A livello tecnico e di messinscena la cgi è delle volte plasticosa col sangue finto, lo splatter fa’ più ridere che impressionare e la recitazione è a livelli bassi, soprattutto quelli più giovani.
Perlomeno si salvano un po’ la regia che ha il giusto ritmo, il montaggio riesce almeno un paio di volte a sorprendere, il nostro Tony Todd che ritorna nella parte storica di William Bludworth riesce ad essere il migliore nella sua metanarrazione nonostante la malattia e la sua purtroppo dipartita (il film è dedicato alla sua memoria), la sequenza iniziale per quanto credibile zero è comunque ben costruita, qualche altra morte potrebbe anche divertire e la musica è orecchiabile.
Final Destination: Bloodlines (2025): Tony Todd
Per il resto è l’ennesimo prodotto nostalgia, l’ennesimo tentativo di buttarla nel grottesco, ma dimenticandosi un’altra volta cos’era all’origine la saga raccontando qualcosa di sensato e l’ennesimo film ormai fuori tempo massimo vista la pretesa quasi gratuita di collegarsi ai film precedenti.
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