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No Beast. So Fierce

Regia di Burhan Qurbani vedi scheda film

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La recensione su No Beast. So Fierce

di EightAndHalf
6 stelle

 

Se fosse un tempo musicale, “tamarro quasi coatto ma con ritmo”. L’impresa di disadattare Shakespeare non è nuova, ma repetita iuvant e quindi Burhan Qurbani, reduce da un’attualizzazione multietnica di Berlin Alexanderplatz di Döblin pochi anni fa, spoglia Shakespeare illudendoci di rivestirlo di modernità. Seppur spostando personaggi e azioni tra due fazioni criminali di arabi berlinesi, e facendo gender-swap con Riccardo III che diventa la temibile sorella Rashida, la sua epica teatrale ed enfatica fino allo spasmo è operazione conservatrice e quasi bigotta, tanto da capovolgersi e diventare un interrogativo archetipico su rabbia e odio come motori dell’agire dell’essere umano.

 

In No Beast. So Fierce. gli spazi sono infatti incredibilmente anonimi, generalizzati, progressivamente più artificiosi e scenografici, ininquadrabili. Teatrali, come le battute lasciate filologicamente uguali (o quasi) all'originale. I personaggi sono sempre più monolitici, propulsi a sangue e vendetta, macchie nere o nerissime descritte in colonna sonora da urla hans-zimmeriane. Qualcuno infatti potrebbe evocare Dune di Denis Villeneuve in tono denigratorio, ma sarebbe un punto in più di riflessione a scanso di noiosi giudizi di qualità: oggi certo pubblico si intercetta con un registro tonale di robustezza teutonica, quasi come se si irrigidisse Il trono di spade fino al bianco e nero, al diamante grezzo, ed è impossibile non fare i conti con questa regressione primitivista sempre più diffusa, capillare, pop. Lo dice anche la protagonista, Kenda Hmeidan straordinariamente simile ad Alicia Vikander, “Eccomi dunque qui in bianco e nero”.

 

Lo spettro non deve stare in un eventuale complessità morale nel film - che va dritto spedito verso il letterale bagno di sangue, con punte provocatorie non da poco - ma nello sforzo dello spettatore contemporaneo che può intravedere la complessità dell’adattamento al presente e invece sbatte contro un muro nero, e la complessità sarà in quella che è la sua traduzione interiore, la domanda sul perché la Rabbia e il Furore shakespeariani, qui espunti di parecchie sottigliezze, gli parlino ancora, a lui che a quei sentimenti puri non crede più da un pezzo. Quasi un Robert Eggers germanofono? 

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