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Tutto quello che resta di te

Regia di Cherien Dabis vedi scheda film

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La recensione su Tutto quello che resta di te

di michemar
8 stelle

Vedere il film e scriverne nel periodo in cui gli avvenimenti storici in Medioriente perdurano e, ahinoi, pare stiano giungendo al culmine e cioè alla fine nefasta e tragica, beh, è veramente impressionante ed è difficile restare oggettivamente insensibili. Come ha fatto la scrittrice Susan Abulhawa nel suo emozionante libro "Ogni mattina a Jenin".

Vedere il film e scriverne nel periodo in cui gli avvenimenti storici in Medioriente, iniziati nel 1948, perdurano e, ahinoi, pare stiano giungendo al culmine e cioè alla fine nefasta e tragica, beh, è veramente impressionante ed è difficile restare oggettivamente insensibili. Questo magnifico lavoro è tutto frutto della splendida Cherien Dabis, che lo ha scritto, diretto e interpretato con commovente partecipazione. Non come voce narrante ma come guida costante come ha fatto la scrittrice Susan Abulhawa nel suo emozionante libro Ogni mattina a Jenin, in cui viene raccontato come la terra martoriata della Palestina è passata dal dominio britannico a quello israeliano, il cui esercito avanza inesorabilmente dal 1948 ad oggi, occupando l’intero territorio, compreso la Cisgiordania.

Cherien Dabis

Tutto quello che resta di te (2025): Cherien Dabis

È l’autrice e attrice che interpreta la voce della memoria, Hanan, che ha sposato Salim (Saleh Bakri), figlio del patriarca Sharif (interpretato da anziano dal grande Mohammad Bakri), il personaggio di cui la protagonista vuole raccontare la vita e le vicende drammaticamente vissute al fine di piangere, da madre, l’uccisione del nipotino prediletto, Noor. È lei che introduce il film con questi propositi, poi, con un salto all’indietro nella storia familiare e nella Storia, si inizia da quel maledetto 1948 quando i britannici cominciarono ad abbandonare il Territorio e lasciarono che l’esercito sionista si impossessasse, giorno dopo giorno, dei terreni agricoli dei palestinesi e delle loro case. La famiglia di Sharif, giovane padre di quattro figli, abita in una casa di Jaffa, attorniata dall’agrumeto che coltiva con passione e nel quale, dopo che a malincuore aveva spedito la moglie Munirae i figli da un parente a Nablus, in Cisgiordania, dove è allestito un grande campo profughi, con la speranza di riunirsi appena possibile. Ed invece l’uomo viene fatto prigioniero e costretto in un campo di lavoro. Da lì, dalla apparente vita tranquilla di Jaffa (ma sempre con la crescente preoccupazione dell’invasione imminente, tra colpi di fucile e cannonate) inizia l’angosciosa e lunga storia della famiglia, passando a 30 anni dopo quando a Nablus si sposa una delle nipoti e Sharif è ormai un anziano nonno vedovo, mentre il Salim è maestro di scuola.

scena

Tutto quello che resta di te (2025): scena

Tutto pare simile al bellissimo romanzo di cui ho accennato e che vi invito a leggere: non lo dimenticherete mai più. Il piccolo maschietto di casa è Noor, il nipotino del capostipite che viene coccolato da tutti, mentre la mamma Hananammanta la famiglia di affetto e dedizione. L’amore regna e unisce ma bisogna stare attenti a come comportarsi, a non reagire alle continue provocazioni dei soldati occupanti. Il pensiero va sempre a Jaffa e alle sue arance profumate, ma ora necessita guardare avanti e sperare il meglio, anche se nessuno crede che qualcosa migliorerà. Anzi, il nonno continua a predicare che prima o poi Israele vorrà impossessarsi di tutto il territorio occupato ed anche la Cisgiordania verrà sottomessa. Solo i familiari di Salim avevano deciso che era meglio emigrare, chi in Canada, chi ad Amman. Ma lui non vuole saperne e tiene duro. Purtroppo, un evento increscioso e pericoloso con i soldati fa sì che il piccolo Noor, che pendeva dalle sue labbra, cominci a odiarlo e a non sopportare la sua prudente inerzia, fino al punto che, nel 2022, divenuto giovanotto, si fa trascinare nelle proteste contro gli occupanti. Quando succede ciò che accade tutti i giorni ai giovani che si riversano per le strade per non restare inermi: l’esercito spara. Hananè invecchiata, Salim è stanco, devono sopportare il peggior dolore che può toccare ad un genitore.

scena

Tutto quello che resta di te (2025): scena

È una delle innumerevoli storie della Palestina, raccontata attraverso lo sguardo di tre generazioni di una famiglia che non ha mai smesso di lottare, non con le armi, ma con la tenace difesa della propria identità. Una resistenza silenziosa e profonda che l’autrice trasforma in un’opera cinematografica dichiaratamente priva di un approccio politico, ma intrisa di intimità e vissuto personale. Nata e cresciuta negli Stati Uniti, Cherien Dabis attinge alle esperienze del padre palestinese in esilio per costruire una sceneggiatura che ruota attorno a una famiglia archetipica, la cui traiettoria tragica diventa emblema dell’impatto devastante della Nakba, il termine con cui i palestinesi designano l’esodo forzato di circa 700.000 persone dalle proprie terre nel 1948. La narrazione si sviluppa lungo una linea temporale che attraversa il 1948, il 1978, il 1988 e giunge fino al 2022, seguendo le vicende della famiglia Hammad, interpretata, tra gli altri, da tre membri della prestigiosa dinastia di attori Bakri. Inizialmente benestanti agricoltori della classe media a Jaffa, gli Hammad sono costretti alla fuga, trovando rifugio in un campo profughi a Nablus, in Cisgiordania. È lì che la tragedia colpisce, con un proiettile, Noor, durante una manifestazione contro l’occupazione, aggravando ulteriormente la condizione già precaria della famiglia e segnando un nuovo punto di frattura nella loro storia.

Adam Bakri

Tutto quello che resta di te (2025): Adam Bakri

Eppure, la regista non si limita a raccontare la Nakba e la diaspora, ma volge l’attenzione, e ci invita a farlo, al fulcro emotivo dei conflitti generazionali e politici all’interno della famiglia protagonista, in cui si può notare come Salimsia più conformista e arrendevole rispetto al padre, che porta ancora metaforicamente le cicatrici della vecchiaia, con i suoi principi nazionalisti che iniziano a influenzare il nipote Noor. Il destino finale di questo giovanotto ribelle innesca poi nel padre un’ulteriore presa di coscienza esistenziale del loro allontanamento fisico e mentale da una terra che in definitiva era loro e la cui restituzione avrebbe finalmente donato un po’ di pace alla sua famiglia. Sogno senza speranza.

Cherien Dabis, Adam Bakri

Tutto quello che resta di te (2025): Cherien Dabis, Adam Bakri

Numerosi sono gli elementi che rendono questo film emozionante: l’amore familiare, la fede religiosa, il legame profondo con la terra e la sua coltivazione, l’attaccamento alle origini e alle tradizioni, l’educazione scolastica vissuta in un contesto ostile e proibitivo. E infine, come vertice emotivo e morale della narrazione, il dibattito sulla donazione degli organi, reso esplicito e comprensibile attraverso le parole di Salim: è giusto che gli organi di Noor possano salvare vite che, un giorno, potrebbero tornare a puntare un’arma contro un palestinese? Il finale, intriso di malinconia, trasforma la grande Storia in un dilemma etico angosciante: da un lato, la generosità di un corpo che dona; dall’altro, la possibilità che quel dono permetta la sopravvivenza di un nemico. Cosa è giusto fare? Fino a che punto si può essere misericordiosi verso chi potrebbe non ricambiare quella pietà? Ora Salime Hanan portano i segni del tempo - capelli bianchi, rughe profonde, anche nell’anima - ma anche la maturità necessaria per affrontare una scelta dolorosa e il coraggio di incontrare il giovane che vive grazie al cuore di Noor. Un cuore che batte proprio a Jaffa, città da cui Salim era fuggito decenni prima, e che ora visita per la prima e unica volta. In quell’incontro difficile, la regista sottolinea, suo malgrado, la distanza che ancora separa i due popoli. Oggi Salim e Hanan vivono in Canada, emigrati come tanti, con il cuore colmo di tristezza e la memoria ancora viva.

Adam Bakri, Cherien Dabis

Tutto quello che resta di te (2025): Adam Bakri, Cherien Dabis

Parafrasando il titolo, tutto quello che resta di Noor è altrove, è in altri, ma resta nel cuore dei genitori. Ma quello che resta non è solo memoria o dolore, ma anche dignità, affetto, valori, e la volontà di trasmettere tutto ciò alle generazioni future. È un modo poetico per dire che, nonostante tutto, qualcosa sopravvive e quel qualcosa è ciò che ci definisce. Cosa resta davvero di noi, quando tutto il resto ci è stato tolto?

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Tutto quello che resta di te (2025): scena

Film che rapisce, che incanta, che commuove, che colpisce soprattutto perché, dal 1948, non solo nulla è cambiato ma addirittura il presente non indica alcun futuro per chi viveva in santa pace nella propria terra. Il disastro è tra noi. Che brava Cherien Dabis! Che dolcezza nella sua interpretazione: il più sensibile dei personaggi, la rappresentazione più limpida di una donna moralmente elevata. Ed una grande artista, capace di approfondire ogni personaggio, fino al punto di farceli capire tutti, uno ad uno.

Adam Bakri, Cherien Dabis

Tutto quello che resta di te (2025): Adam Bakri, Cherien Dabis

Un film che lascia il segno, imperdibile, una storia che risuona con il presente. Una famiglia spezzata dall’esilio, un cuore che batte oltre il confine, un’eredità che nessuna guerra può cancellare. Tutto quello che resta di te: quando la memoria diventa resilienza.

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