Regia di Alex Garland, Ray Mendoza vedi scheda film
CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: WARFARE – TEMPO DI GUERRA
Il bellissimo Civil War (dimenticatissimo agli ultimi Oscar) è stato il vero responsabile della realizzazione di questo massiccio e ostico Warfare.
È in quell’occasione che il regista Alex Garland ha incontrato Ray Mendoza, ex Navy Seal che la guerra in Iraq l’ha vissuta sulla sua pelle ed è ancora ben stampata nella sua anima e che adesso mette a disposizione la sua esperienza bellica per addestrare attori e comparse nei film bellici.
Warfare nasce dal racconto e dai ricordi dello stesso Mendoza che in un terribile giorno di Novembre salvò la vita al suo commilitone e cecchino Elliot Miller, da un attacco avvenuto a Ramadi in Iraq.
Warfare è un film di guerra senza contesto. Parla di una missione senza luogo e senza tempo di un gruppo di giovani SEAL in un quartiere come tanti.
Si apre con questi ragazzi che ballano e si esaltano attraverso Call on me di Eric Prydz, quasi a contestualizzare la missione e lo spirito cameratesco del commando.
In realtà più che di parlare degli orrori della guerra, Warfare sembra raccontare la guerra come fosse un film horror.
Il gruppo di spavaldi ragazzoni americani entrano con la forza dentro questa casa dove sono presenti due famiglie e la trasformano come loro campo base per un’operazione di osservazione di membri di Al Qaeda.
E come nei migliori film horror alla Non Entrare in quella casa, queste quattro mura diventano la loro trappola e la loro missione inaspettata è riuscire a fuggire vivi da quella situazione.
In questa guerra il nemico è invisibile, tantissimi sono i colpi sparati a vuoto verso un’entità che, quando meno te lo aspetti ti smembra lasciando per strada braccia, gambe e budella. E chi resiste si sballa di morfina pur di non sentire dolore e non vedere le proprie gambe ridotte in poltiglia.
Ed è proprio qui che si colloca Elliot Miller, a cui è dedicato il film. Per due terzi di Warfare la tensione dell’attesa della guerra è vista e documentata dai suoi occhi e dal suo mirino. Un po’ come le foto che hanno descritto la Guerra Civile raccontata da Alex Garland nel precedente film.
Alex Garland e Ray Mendoza sono co-registi di questa storia che non racconta la sporca guerra di George Bush contro Saddam Hussein per trovare le armi di distruzione di massa.
Loro raccontano la storia di un gruppo di commilitoni che espropriano una casa senza un perché (un perché urlato tra le lacrime dalla padrona di casa e che non otterrà mai una risposta) e che scoprono quanto possono cattivi e violenti quegli irakeni se invadi il loro territorio mancando loro di rispetto.
Warfare è un film che va visto in apnea sperando di tornare in superficie il prima possibile altrimenti rischi di perderti nei meandri di quella violenza proprio come succede al capo plotone.
Attori tutti in parte, regia virile, senza respiro e quasi algida come un Navy SEAL in missione.
Vedendo il finale con i veri protagonisti che interagiscono con gli attori ci si chiede quale sia il vero senso del film.
Mi auguro non sia “Ti vogliamo tanto bene Elliot, i tuoi amici cazzoni” perché inficerebbe la bellezza di un film che non ti concede un attimo di tregua.
Voto 7
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