Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film
Questo tanto strombazzato ritorno alla regia di un grande come Paul Thomas Anderson (basterebbero tre film: Il Petroliere, Magnolia e The Master...) si rivela la classica montagna che partorisce un topolino. Un buon topolino, vivace e in salute, ma sempre un topolino rimane. E' chiaro che se schieri una serie di attori come Di Caprio (buono), Sean Penn (superbo, il migliore) e Del Toro (un po' The Dude), parti già in prima fila, ma, sorprendentemente, il film non decolla mai, se non forse nella parte finale, quella "on the road". Anderson, poi, allunga la visione a tre maledettissime ore (è ora di piantarla!) che non si capisce davvero perché, visto che è un action movie e dovrebbe essere più snello, proprio come lo diventa, come già scritto, nella parte finale. Va bene, c'è il richiamo politico all'America di oggi, sacrosanto, fra militari neo nazisti a caccia di immigrati (ogni riferimento all' ICE è voluto) e una lobby di suprematisti bianchi che si rifà al Natale (simbolo della tradizione cattolica), ma tutto così smaccato che finisce per trasformare il film in una specie di parodia dell'America e di chi prova a resistere. Il resto è un meccanismo action di puro intrattenimento, girato pure in modo banale, senza chissà quali sforzi, e pure piagato da una colonna sonora invadente e perenne (non necessaria in vari frangenti).Il film non è brutto, intendiamoci, ma è deludente proprio perché è Anderson, non un mestierante qualunque. Molto lontani i tempi migliori. Sufficienza risicata.
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