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Una battaglia dopo l'altra

Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film

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La recensione su Una battaglia dopo l'altra

di Marco Poggi
8 stelle

Paul Thomas Anderson parte da Tayana Taylor, una ribelle rivoluzionaria soprannominata Perfidia "Beverly Hills", a capo del gruppo French 75, in cui milita un Leonardo DiCaprio che ha un debole per lei e per la droga, per poi soffermarsi su diversi bei ritratti di personaggi, tipo il sensei di karate Bencio Del Toro e il militare omofobo Sean Penn

Paul Thomas Anderson parte da Tayana Taylor, una ribelle rivoluzionaria soprannominata Perfidia "Beverly Hills" (un nome, che è tutto un programma!), a capo del gruppo French 75, in cui milita un Leonardo DiCaprio che ha un debole per lei e per la droga (un brutto vizio, che nella seconda parte lo metterà precchio in difficoltà), per poi soffermarsi su diversi ritratti di personaggi, più o meno riusciti. Non male il prologo, fra bombe, attentati, rapine e amplessi, da parte di Perfidia, anche col militare omofobo e sessuomane del sempre bravo Sean Penn (sembra quasi Robert de Niro, con quei capelli argentei, ma anche un po' Braccio di Ferro, con quei muscoli e quella faccia buffa), ma la parte successiva è decisamente meglio, perché è da quel momento che il film decolla e non si ferma più, quando entrano in gioco Willa, la figlia sedicenne di DiCaprio e della Taylor (anch'essa ribelle) e il simpatico sensei di karate di Benicio Del Toro, che non mostra per nulla le sue abilutà marziali (beh, mica è Bruce Lee!), ma aiuta il personaggio di DiCaprio, strafatto e fumato più che mai, a cercare la suddetta figlia scomparsa, perché non sa come comportarsi e si è quasi del tutto dimenticato cosa significa fare il ricoluzionario, per fare il genitore che preferisce la quiete della casa, alla rivoluzione. Difficile soffermarsi dettagliatamente sulla trama, è complessa, ma ogni scena è ben recitata, DiCaprio è magistrale a dipingere il genitore preoccupato, in fuga dai militari, che ce lavevano sempre con la sua Perfidia, ma attaccato a telefoni e cellulari, che gira spaesato con un fucile in mano e con addosso una vestaglia e degli abiti improvvisati, Del Toro entra in gioco a metà film inoltrato, ma ci si affezione subito a lui, visto che con Leonardo forma una coppia imbattibile, in scena. Penn, invece, c'è già fin dalle prime scene e si mangia tutto il cast. Pieno di omofobi, militari, rivoluzionari di ogni titpo e di false suore, il film non perde mai il suo ritmo.  La giovane Veronica Benassi, nel ruolo di Willa è sorprendente, tiene testa all'odioso Sean Penn a testa alta e sa come destreggiarsi, come faceva la madre, prima di lei. Davvero un bel film, raro ai nostri giorni.

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