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The Smashing Machine

Regia di Benny Safdie vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Smashing Machine

di obyone
6 stelle

 

Dwayne Johnson

The Smashing Machine (2025): Dwayne Johnson

 

Venezia 82. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

Secondo la stampa specializzata (ops i social media) “The Smashing Machine” è il film più costoso realizzato dalla casa di produzione “A24”. Ben 50 milioni di dollari investiti per garantire a Benny Safdie di realizzare il primo film solista, dopo la rottura artistica con il fratello Joshua. Ma forse “A24” ha peccato un po’ di superbia nel mettere in mano al più piccolo dei Safdie un siffatto malloppo. Il film, dati alla mano, ha ottenuto poco più di 20 milioni di dollari di introiti con un apporto casalingo davvero misero (11 milioni circa). Se vale per la “Roma-Teramo” lo stesso paradigma che vale per le altre case di produzione, i 100 milioni di dollari di incassi, ovvero il budget moltiplicato per due, sono una vera e propria chimera. Di conseguenza il pareggio tra costi e ricavi è tanto lontano da non bastare un binocolo per intuirne i contorni.

Per quanto sia famoso in patria Mark Kerr (ma lo è veramente?), la pellicola del giovane regista americano non poteva certo sperare nell’apporto di un bacino sterminato di cinefili. Non stiamo parlando di Michael Jordan ma di Jordan Kerr, per l’appunto! Un pinco pallino qualsiasi, per chi non è appassionato di Mixed Martial Art. Un mito, invece, per pochi cultori dei combattimenti di MMA, che magari si vedono pure in tv negli Stati Uniti, ma non sono, ripeto, il basket o il football americano.

Le possibilità, di per sé scarse, di avvicinare il pubblico generalista non sono aumentate nemmeno con il Leone d’Argento assegnato alla regia di Benny Safdie durante la Mostra del Cinema di Venezia, elemento su cui, eventualmente, si poteva condurre una qualche campagna di promozione, benché non credo siano i premi di un festival a spingere gli appassionati di combattimenti sportivi a staccare il biglietto di un cinema.

Gli appassionati di lotta e arti marziali preferiscono il sangue e il sudore, i combattimenti sul ring ed i colpi che, infine, mandano qualcuno al tappeto. Secondo il mio profano parere la pellicola di Benny Safdie non ha la violenza che rivitalizza il testosterone dei duri e nemmeno l’epica della vittoria che fa da cornice ad una storia di risalita dagli inferi.

 

Emily Blunt, Dwayne Johnson

The Smashing Machine (2025): Emily Blunt, Dwayne Johnson

 

 “The Smashing Machine” non è un brutto film, intendiamoci, ma è sostanzialmente noioso. Le schermaglie amorose tra “la macchina distruttrice” e la fidanzata Dawn stancano ben presto, e di rivederle una seconda, una terza o una quarta volta non ne ha voglia nessuno. Emily Blunt è talmente fuori giri nell’interpretare la pazza fidanzata di Kerr che risulta poco credibile e poco efficace. Non che Johnson brilli così tanto da ipotecare un Oscar, come qualcuno avrebbe chiosato dopo la prima veneziana. In fondo non fa che rifare se stesso ma con i capelli.

Infine sul regista che dire. Sceglie una regia essenziale per trasformare in racconto un testo ridondante di litigi ed interviste noiose che, francamente, già facciamo fatica ad ascoltare in televisione, a corollario di un evento sportivo, per quanto sono piatte e preconfezionate. Dovercele sorbire pure in un film, per quanto efficaci nel dipingere il baraccone, finiscono per rivitalizzare lo sbadiglio.

Dunque, la vera domanda non è se il film sia più o meno piacevole, più o meno adatto ad un pubblico generalista, bensì se la storia di dipendenza di Kerr, che occupa la parte centrale del film insieme allo psicodramma familiare, e se la storia di riscatto sportivo, con il ritorno alle gare ed il primo assaggio della sconfitta, fossero davvero tanto interessanti da richiedere un film. O se la regia di Safdie, ampiamente sovrastimata dalla giuria presieduta da Alexander Payne, abbia sminuito il pathos di una vicenda potenzialmente drammatica, per ricondurre la pellicola nel terreno autoriale del documentario indipendente. Per quanto mi riguarda non c'era bisogno di un film. Ma se ipotizzassi il contrario direi che, sì, il regista abbia fatto di tutto per appiattirne il risultato.

 

Dwayne Johnson

The Smashing Machine (2025): Dwayne Johnson

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