Regia di Ethan Coen vedi scheda film
Sulle note finali, che non svelano niente, di "Honey Don't" di Wanda Jackson, ovvero una delle prime donne a fare rock'n'roll, figura dell'emancipazione femminile anni cinquanta e sessanta, si può racchiudere il senso di questo piccolo "pastiche" di Ethan Coen, che gira ancora senza il fratello Joel, dopo "Drive-Away Dolls", che non ho ancora visto. L'eroina è sempre Margaret Qualley, detective privato "hard boiled", femme fatale ancheggiante, che oltre a dar la caccia ad amanti e predicatori, è paladina di un femminismo lesbico anti MAGA, che è fra le cose più piacevoli del film. Un'opera leggera leggera, fin troppo, sconclusionata ma frizzante, con un bel chilo di sesso (anche piuttosto esplicito), un chilo e mezzo di sangue e due etti di buona musica, "Honey Don't" si perde per strada la trama, raffazzonata e piena di buchi, che forse l'ora e mezza, in questo caso, non aiuta. O, più probabilmente, a Ethan non interessava poi troppo, così preso invece a mostrarci l'America (californiana) con le sue macchiette, i suoi "bubba", i suoi predicatori falsi e le sue armi da fuoco. Non nego che, a tratti, il film sia divertente, scanzonato come un romanzo di Hap & Leonard di Joe Lansdale, ma davvero lascia poco. La Qualley non recita granché bene (visto in lingua originale) ma si dona parecchio, in tutti i sensi. Un film che avrebbe funzionato di più come serie tv, imperniata attorno a questa Honey. Così com'è, è poco più di un divertissement.
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