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Honey Don't!

Regia di Ethan Coen vedi scheda film

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La recensione su Honey Don't!

di imperiormax89
7 stelle

Una bella ciambella sostanziosa e profumata, ma non proprio col buco.

HONEY DON’T!

 

Ethan Coen ritorna, dopo un buon Drive-Away Dolls,dietro la macchina da presa e a co-sceneggiare insieme alla moglie Tricia Cooke questo secondo film di un’ipotetica trilogia a tematiche queer.

 

Bakersfield, California. Il caso di un’automobile ribaltata oltre il guardrail con due cadaveri e una donna misteriosa che sfila un anello particolare da uno dei due attira l’attenzione dell’investigatrice privata Honey O'Donahue, nubile e disinvolta tra diverse relazioni sessuali con altre donne. Nel non-incidente stradale sembrerebbe coinvolto il reverendo Drew Devlin che dedica il suo tempo a predicare sermoni e dogmi in una chiesa particolare, a scopare donne il più delle volte manipolabili ed insicure e a dirigere un narcotraffico per conto di fornitori francesi. Durante le indagini Honey dovrà vedersela con le vicende della sua nuova fiamma e poliziotta MF Falcone e di sua nipote Corinne in una relazione complicata e violenta col suo fidanzato.

Charlie Day

Honey Don't! (2025): Charlie Day

 

 

Dunque, a livello tecnico e di messinscena Coen dirige molto bene con un bel utilizzo delle inquadrature, dei primi piani e nei campi larghi. Per non parlare di un’ottima fotografia che risalta il giallo del paesaggio desertico e della periferia, delle buone musiche e un sonoro ridotti all’osso per dare spazio ai silenzi e alla suspense costruita in alcuni momenti belli tesi. Essendo una dark comedy si unisce la cupezza alla Non è un paese per vecchi alla commedia pulp grottesca con momenti di humour pungenti e di erotismo bello palpabile, in buona parte come nel precedente film. Non manca la violenza slapstick in simbiosi a quella cruda e sanguinolenta quasi sempre però ironica. Gli attori se la cavano molto bene con uno splendido ritorno di Margaret Qualley, un Chris Evans stronzetto e sopra le righe, una buona Aubrey Plaza e un istrionico Charlie Day.

Chris Evans

Honey Don't! (2025): Chris Evans

 

La storia punta nell’emancipazione femminista vista da una Honey con una vita privata travagliata da maschilisti, relazioni occasionali e infanzie infelici, ma anche di amore verso la sorella e i nipoti, in particolare Corinne che spesso si incrocia con quella professionale invischiata con uomini viscidi che spesso e volentieri la sottovalutano, ma dove alcuni ne pagheranno le conseguenze. Si va’ sulla strumentalizzazione della religione con il reverendo Devlin che sotto una patina di speranza e sollievo spirituale c’è solo un’ipocrisia fatta di abusi, manipolazioni e atti criminali tra esecuzioni, insabbiamenti e rese dei conti. Senza contare delle frecciatine a Trump, l’orgoglio lesbo e femminile sia nel bene che nel male. Tutto con una sottile ironia con un finale curiosamente a bivio.

Aubrey Plaza, Margaret Qualley

Honey Don't! (2025): Aubrey Plaza, Margaret Qualley



Ahimè, purtroppo il montaggio in generale non è proprio dei migliori e questo rende la trama a tratti sbarellata qua e là, soprattutto per alcune vicende e personaggi secondari che sembrano finire lì, ma che dopo si ricollegano alle indagini iniziali senza però abbastanza forza. Inoltre la figura del padre di Honey è sì interessante, ma si inserisce in maniera forzata per mandare avanti la storia. Il personaggio della poliziotta meritava più minutaggio e spessore e la risoluzione finale e assai precipitosa.

Margaret Qualley

Honey Don't! (2025): Margaret Qualley



Per carità non stiamo parlando di un brutto film, è guardabile, intrattiene, dura il giusto, la sostanza è anche ottima, ma la forma della ciambella non ha proprio un buco bello preciso.

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