Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Ho visto una volta "Verso la gioia" su un canale di cinema a pagamento: tra le opere giovanili di Ingmar Bergman è forse una delle più interessanti, ma non regge il confronto con i film della maturità artistica del regista. Narrato in flashback e illuminato dalla presenza di Maj Britt Nilsson, una delle prime muse del regista, presente anche in Un'estate d'amore, attrice di grande bellezza ma anche di notevole espressività in questo e nell'altro film citato. C'è una visione già molto cupa dell'infelicità coniugale, come verrà sviluppata e ampliata in molte opere successive. Bello il finale col sottofondo dell'Inno alla gioia di Beethoven e la riconciliazione del protagonista col figlio, un finale insolitamente ottimista per Bergman (nella parte del direttore d'orchestra troviamo il grande Victor Sjostrom, futuro protagonista del Posto delle fragole, che, riguardo alla musica di Beethoven, dice che "E' un'esplosione di gioia, immensa, debordante, al di là di ogni dolore. Una gioia incomprensibile"). È un'opera che in qualche modo anticipa i bilanci esistenziali spietati di film come per l'appunto "Il posto delle fragole", con un protagonista che all'inizio apprende la tragica morte della moglie, ma che nel lungo flashback rievoca anche le numerose crisi e difficoltà del rapporto con la donna, il tradimento, ma anche la nascita dei figli e il ricongiungimento a distanza di tempo: ne emerge una visione tipicamente bergmaniana segnata dal dubbio e dalla precarietà esistenziale, che però conferisce ancora più valore ai momenti di felicità della coppia. Notevole prestazione del protagonista Stig Olin, futuro padre dell'attrice Lena Olin.
voto 7/10
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