Regia di Robert Guédiguian vedi scheda film
Intelligente, istruttivo. Tipicamente francese nel dire cose assai profonde, nient’affatto scontate, sull’essere umano, pur rinunciando ad ogni forzatura, ad ogni effetto speciale. In modo empirista, è la prosaicità a insegnare; se la si tratta con onestà intellettuale, come si deve, cioè.
Nessun giudizio morale può essere emesso: tutti i personaggi adulti (se si eccettua i due cornuti, gli unici inappuntabili – e, si noti, i soli “perdenti” della vicenda, ad aggiungere pessimismo) sono assai squallidi; ma hanno anche dei pregi, a volte grandi.
La stranezza della vita è qui ben dipanata: la sua imprevedibilità; l’apparente giustificabilità di ciò che di prim’acchito è ingiustificabile, per via di cause a monte, che a loro volta sono determinate a monte da altre cause, similmente imponderabili…
Eccellente nella resa del momento dei due abbandoni sentimentali subìti; e in generale del "non detto", come emozioni intense.
Un monumento, ben recitato da tutti - con misura e sobrietà - alla difficoltà, tale da apparire quasi impossibile, della virtù e della coerenza.
Conciso: implica tantissime cose, ma la comprensione risulta sempre chiarissima, dei nessi più profondi della complessa trama, e dei significati cui questi rimandano.
Disarmante e scioccante, a suo modo; ma a suo modo anche riconciliante col genere umano e noi stessi.
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