Regia di Carine Tardieu vedi scheda film
Sua mamma muore di parto. Così, il piccolo e intelligentissimo Elliott (Botti, delizioso) rimane con Alex (Marmaï), patrigno col quale ha un buon rapporto, e con la neonata. Necessità vuole che, già dal giorno del parto, Alex debba chiedere a Sandra (Bruni Tedeschi, perfetta e costantemente con una sigaretta tra le labbra), la dirimpettaia, di occuparsi di Elliott per qualche ora. Lei, donna indipendente e single che gestisce una libreria femminista, si dimostra dapprima riluttante. Ma col passare del tempo (l'età della nuova arrivata scandisce i capitoli del film), Sandra si affeziona ad Elliott, nella cui vita entra anche Emillia (Pons), che finirà per sposare Alex, alla ricerca insistita di un nuovo amore.
Dopo il toccante I giovani amanti, Carine Tardieu torna a esplorare le complesse geometrie del cuore con un film mai stucchevole, nel quale il rapporto tra l'adulta Sandra e il bambino Elliott apre nuove possibilità d'esistenza, disegnando un doppio racconto di formazione. Il film (liberamente tratto da L'intimité di Alice Ferney) alterna dolore e ironia, tragedia e piccoli gesti quotidiani, evitando di teorizzare un nuovo modello di famiglia e mostrando invece come l'affetto possa nascere per semplice prossimità. In questa delicata topografia dei setimenti, Tardieu non giudica e non spiega: lascia che i personaggi si muovano come in un esperimento sociologico sull'amore, o meglio sull'attaccamento, quello che ci àncora alla vita quando tutto il resto sembra franare. Un film limpido e malinconico, pieno di grazia, che parla della tenerezza come dell'ultima forma possibile di resistenza.
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