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The Life of Chuck

Regia di Mike Flanagan vedi scheda film

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La recensione su The Life of Chuck

di imperiormax89
9 stelle

Un uomo, una vita intera, un universo.

THE LIFE OF CHUCK.

 

Ultimamente Stephen King sta’ andando molto bene con gli adattamenti dei suoi scritti al cinema, specie se li lascia in mano a buoni registi e prendendo il meglio dai suoi soggetti. E con Mike Flanagan, dopo dei buoni film come Hush – Il terrore del silenzio, Il gioco di Gerald e la serie La caduta della casa degli Usher e dei decisamente meno riusciti Doctor Sleep, Oujia e Midnight Mass, torna forse con il suo film migliore trattando appunto l’omonimo racconto di King.

Karen Gillan, Tom Hiddleston

The Life of Chuck (2024): Karen Gillan, Tom Hiddleston

Chiwetel Ejiofor

The Life of Chuck (2024): Chiwetel Ejiofor

 

Terzo atto: Grazie, Chuck! Con la scomparsa di internet e progressivamente delle linee televisive, telefoniche, dell’elettricità e l’aumento dei cataclismi ambientali come terremoti, inondazioni, suicidi e molto altro ancora si preannuncia la fine del mondo. L’insegnante delle medie Marty decide di recarsi dalla sua ex-moglie Felicia per rivederla un’ultima volta e durante il passare dei giorni riflette insieme ad altri suoi conoscenti sulla natura umana riscoperta e del mondo nella sua piccolezza del disegno universale e nella sorte di Chuck che appare come contabile nei cartelloni pubblicitari e in televisione per i suoi 39 anni insieme.

 

Secondo atto: Artisti di strada. Nove mesi prima del disastro il nostro Chuck va’ per una conferenza bancaria passeggiando lungo la strada. Poco prima di sorpassare una batterista di strada, Taylor, che sta’ suonando, al ritmo della sua musica si butta a danzare come se non ci fosse un domani fermando tutti ad ammirare le sue mosse e a coinvolgere Janice, una giovane commessa appena scaricata dal suo ragazzo e appassionata di danza. Tutto come una spontanea botta di vita significativa nella quale gira il mondo.

 

Primo atto: Contengo moltitudini. Il giovane Chuck Krantz rimane orfano dei suoi genitori e viene accudito dai nonni paterni. Il nonno Albie, dedito ai calcoli matematici e all’alcol impartisce l’importanza della matematica come matrice universale e pura a Chuck e gli impedisce di visitare il sottotetto della casa che racchiude un misterioso e angosciante segreto, mentre la nonna Sarah gli insegna la danza mentre cucina dolci. A scuola impara dalla maestra il concetto dell’universo racchiuso nella sua mente attraverso le sue esperienze di vita passate e si dedica alla danza con il corpo di ballo scolastico intrecciando un rapporto di amicizia con Cat. Passati gli anni e alcuni eventi sia felici sia tragici il nostro Chuck arriverà a scoprire quale segreto nasconde il sottotetto con conseguenze rivelatorie, profonde ed esistenziali.

Tom Hiddleston, Annalise Basso

The Life of Chuck (2024): Tom Hiddleston, Annalise Basso

 

 

La scelta di montare il tutto dalla fine all’inizio è senza ombra di dubbio ottima pur rimanendo fedele alla prosa letteraria e qui Mike Flanagan orchestra il tutto in maniera magistrale. Dalla messinscena preapocalittica dalla fotografia e dalle musiche man mano sempre più cupe con un ritmo sempre più serrato e tre-quattro sequenze di puro terrore e orrore ad un’altra con colori sgargianti e delle musiche Groove alla batteria e delle coreografie molto coinvolgenti. Infine una messinscena più familiarista, riflessiva e formativa. Ottime le interpretazioni degli attori dei quali spicca un Tom Hiddleston in grandissima e smagliantissima forma, soprattutto nella performance ballerina insieme a Annalise Basso da sembrare Fred Astaire e Ginger Rogers moderni. Saltano pure all’occhio un bravo Jacob Tremblay come giovane Chuck e uno splendido Mark Hamill nel ruolo di Albie Krantz, il nonno di Chuck.

Benjamin Park

The Life of Chuck (2024): Benjamin Park

 

A parte forse un leggero rischio in alcune scene di scendere nella retorica la storia è ben scritta, bilanciata e molto coerente tra i tre atti. Prende una buona parte degli stilemi narrativi che ricordano il buon Rod Serling dalla serie Ai confini della Realtà dove si passa da una parte ordinaria fino a diventare sempre più soprannaturale, ma con una morale e delle riflessioni sulla natura umana. E qui Flanagan adatta il racconto di King raccontando la piccolezza dell’uomo e del mondo intero nell’universo e viceversa, il valore della vita e il concetto dell’universo racchiuso in una persona. Ottime le parti della matematica intesa come arte, ma che non può mentire, la storia dell’universo in un calendario dove il sistema solare inizia proprio il 31 dicembre, tutti i personaggi dai quali vengono estrapolati e inseriti tutti gli elementi che comporranno l’universo di Chuck e un finale davvero molto raccapricciante quanto rincuorante e meraviglioso (ovviamente vedendo i finali dei tre atti).

Mark Hamill

The Life of Chuck (2024): Mark Hamill

 

Una particolare riflessione sulla grandezza della vita, fatta di grandi meraviglie e di grandi orrori universali, ma racchiusi tutti in una sola persona. Così come sa’ spiegare bene il nostro Stephen King.

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