Regia di Angelina Jolie vedi scheda film
Senza sangue (2024): locandina
AL CINEMA - 42TFF: FUORI CONCORSO
Da qualche parte nel mondo, in un tempo imprecisato che assomiglia ad un inizio '900, in luogo che ricorda il confine tra Messico e Stati Uniti (ma in realtà si trova tra Basilicata e Puglia) in mezzo ad un ameno appezzamento rurale coltivato a grano che si sviluppa fino quasi a sfiorare una suggestiva abitazione, l' espressione serena di un uomo assieme ai suoi figli - un ragazzino e una bimba - cambia in una smorfia di terrore e tensione, quando costui scorge in lontananza tre uomini minacciosi a cavallo, protesi a raggiungerlo ed ostenta do modi ben poco rassicuranti.
Il padre per prudenza nasconde la figlia in una botola, ma non il figlio, che resta assieme al padre a difendere la casa. Facilmente espugnata l'abitazione, ferito il padre, i tre perdono le staffe e, chiarita la loro irruzione, finiscono per compiere una strage, ove muoiono crivellati di bossoli sia genitore che figlio.
Senza sangue (2024): Salma Hayek
La bimba di salva grazie al più giovane tra gli invasori, che, per pietà, omette di rivelare il nascondiglio ove si trova la piccola ai suoi crudeli compari.
Ma un incendio appiccato poco dopo, sembra non poter dare scampo alla povera bambina.
Un cinquantennio più tardi, in una città non palesata, una donna elegante raggiunge un venditore di biglietti della lotteria e lo prega di seguirlo verso un elegante bar.
In quel luogo la donna gli rivelerà chi è, e l'uomo, nemmeno troppo sorpreso, dimostrerà di conoscere molto bene la storia della donna, che altri non fu che la bimba scampata al rogo della casa e a molte altre vicissitudini subite, ma anche cavalcate a proprio maggior vantaggio, tanto da aver guadagnato una posizione sociale di tutto rispetto. Da parte sua, l'uomo che ella si trova dinanzi, non ha mai potuto togliersi di dosso i sensi di colpa di quella strage efferata (nemmeno pensando al bel gesto compiuto nei confronti della bimba superstite), né la donna è mai riuscita veramente ad odiare l'unico tra quei tre balordi che è ancora vivo, e che soprattutto ebbe il cuore di risparmiarla.
Senza sangue (2024): Salma Hayek
Senza sangue (2024): Demián Bichir
Se Alessandro Baricco divide il suo racconto in due parti storicamente ben distanziate, il primo dei quali è dedicato alla sparatoria e alla strage perpetrata ai danni dei padroni di casa, mentre il secondo al tardivo incontro chiarificatore tra l'unico sopravvissuto tra gli invasori, e la superstite della strage - Angelina Jolie nel suo quinto e tanto meditato e voluto progetto da regista, preferisce concentrare la prima parte in un incipit iniziale scattante, riservando alla resa dei conti a metà del primo tempo, più tutto il secondo.
E riprendendo, con flashback un po' disordinati lungo il percorso, certi fatti chiave precedentemente nel momento del sanguinoso assedio da parte dei tre violenti, rivelando e pure le ragioni che hanno addotto gli assalitori a cotanta violenza.
Ma il problema del film della Jolie non sta certo in queste variazioni di ordine narrativo. Il film soffre di un mancato controllo degli attori, mal guidati o lasciati a loro stessi nell'espkicitare i controversi sentimenti che animano i rispettivi personaggi.
Senza sangue (2024): Angelina Jolie
Al punto da rischiare più volte il film di rasentare il ridicolo, tra una fissità di sguardi di Salma Hayek e le eccessive smorfie di dolore del padre devastato dal dolore o agonizzante.
La Jolie sceglie sfondi bucolici e paradisiaci che tenta con magniloquenza di accostare con effetto dirompente alla brutale violenza che accompagna gli assalitori, dimenticandosi di non possedere affatto la tecnica e la maturità artistica di Terrence Malik.
E si fa scudo di una minuziosa ambientazione storica, peraltro imprecisato, e di una fotografia seppiata oltre ogni limite, per tentare di rendere tutto più galvanizzato ed emotivamente convincente.
Senza voler né poter entrare nel merito dell'opera originaria letteraria di Baricco, il film si rivela davvero un pasticcio per l'imbarazzo evidente che trapela tra un cast fuori controllo e una evidente inesperienza di direzione che trasforma il dramma in una mezza farsa, ridicola e senza nessun appeal. Assimilabile ad lungo spot pubblicitario noioso e magniloquente, il film non riesce mai a conquistarsi parvenze di empatia con lo spettatore, e si trascina avanti stracco e prevedibile, tra fissità di sguardi o ghigni di dolore o sofferenza ridicoli.
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