Regia di Anselm Chan vedi scheda film
The Last Dance (2025): locandina
27 FEFF - CONCORSO - GELSO NERO MIGLIOR FILM - 2° CLASSIFICATO PREMIO GELSO D'ORO
In fondo I funerali non sono poi così diversi dai matrimoni....
Soprattutto a livello organizzativo. Dominic Ngai (interpretato dall'azximato attore comico Dayo Wong) la pensa così quando accetta di rilevare una quota di una piccola azienda di pompe funebri da uno zio che si sta trasferendo all'estero.
Provato dalla bancarotta della propria agenzia di wedding planner, finita male a causa delle conseguenze della pandemia da Covid, l'uomo si appresta a ricominciare con questo spirito.
Ma non ha fatto i conti con l'altro suo socio, Master Man (Michael Hui) , anche maestro taoista, oltre che imprenditore, è pertanto completamente preso e motivato dai riti funebri attraverso i quali, se eseguiti adeguatamente e nel rispetto della tradizione, l'anima del trapassato riesce a reincarnarsi in altri individui.
The Last Dance (2025): scena
The Last Dance (2025): scena
Dominic invece considera solo l'aspetto esteriore, il cerimoniale fine a se stesso che accontenta I superstiti e li induce a non badare a spese.
Ci vorranno alcuni passi falsi o vere e proprie clamorose gaffes per far maturare l'improvvisato imprenditore, convincendolo finalmente a trattare la materia con profondità e rispetto, nell'osservanza del dolore che circonda i parenti del deceduto.
La storiella rimane futile e di facile presa anche in una versione estesa, presentata al FEFF 27 tra applausi ed ovazioni tali da aggiudicarsi non solo il secondo posto tra i film più amato dal pubblico, ma persino il premio Gelso Nero della cosiddetta "Giuria di qualità".... si fa per dire.... dei Black Dragon.
The Last Dance (2025): scena
The Last Dance (2025): scena
The last dance resta un film piacione e superficiale che ammicca al pubblico in modo insistente e fastidioso.
Niente di minimamente paragonabile ad un altro film piuttosto attinente come tematica, ma molto più profondo e commovente nella esposizione dei fatti, come era lo splendido Departures del regista giapponese Yojiro Takita, correttamente individuato nel 2009 come meritevole dell'Oscar al miglior film straniero da parte di una lungimirante (per una volta!) Academy, ed anche in quella occasione scelto come miglior film dagli accreditati Black Dragon al Far East Festival di quello stesso anno.
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