Regia di Alain Guiraudie vedi scheda film
Leggo sinfonie letterarie riguardo a questo film del francese Alain Guiraudie, cineasta un po' di culto della cinematografia recente d'oltremanica, ma questi cento minuti sono scivolati via esattamente come la pioggia sottile sulle sporche foglie d'autunno del paesino dei Pirenei, dove si svolge la vicenda. Il film non mi ha detto niente, non mi ha lasciato niente. Un uomo di (quasi) mezza età torna al paesello in occasione di un lutto e lì si ferma, non si capisce bene per quale motivo, presso la casa della vedova. Il figlio di lei non è d'accordo, pensando a chissà quale circonvenzione sessuale e la situazione precipita. Senza svelare troppo, la vicenda si svolge attorno a pochi, pochissimi personaggi, che si muovono in un paesino deserto, sotto una pioggia quasi incessante, o dentro a un bosco, come se si muovessero su un palcoscenico teatrale: tante chiacchiere, tante buige, tanta ambiguità, di ogni tipo. Quello che poteva essere un thriller interessante, si rivela un giallo slavato, zeppo di situazioni assurde, in cui, azzardo, è forse la trama a interessare poco al regista, almeno non quanto i segreti di ognuno dei protagonisti. Bene, ma rimane tutto così immobile, fiacco, poco interessante, che sono veramente perplesso sull'assoluta eccellenza con cui sta roba è stata trattata. Cento minuti rubati all'agricoltura.
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