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Bird

Regia di Andrea Arnold vedi scheda film

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La recensione su Bird

di diomede917
7 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: BIRD

Presentato in concorso al Festival di Cannes 2024, dopo un anno arriva nelle nostre sale Bird di Andrea Arnold un film che per molti critici è stato ingiustamente escluso dal Palmares della Giuria presieduta da Greta Gerwig.

Andrea Arnold mescola disagio sociale e violenza con poesia e fantasia raccontando gli “ultimi” inglesi che vivono emarginati nel Kent e che sarebbero tanto piaciuti a Ken Loach e il loro percorso di crescita dentro una realtà selvaggia che li vuole tutto istinto come gli animali che devono crescere molto in fretta quando sono costretti a lasciare il loro nido familiare.

La protagonista è Bailey una ragazzina di 12 anni che nella settimana delle sue prime mestruazioni diventerà veramente donna affrontando le dure prove che la vita del ghetto le mette davanti grazie all’aiuto di Bird, una specie di angelo custode uscito dal Cielo sopra Berlino di Wenders che ha gli occhi sofferti e indifesi di un sempre più bravo Franz Rogowski.

Lei vive con suo padre Bug, uno spacciatore che vuole diventare ricco attraverso un allucinogeno che ricava dalla bava di un rospo mentre ascolta Yellow dei Coldplay, e il suo fratellastro Hunter leader di una gang di ragazzini giustizieri che danno una bella lezione a tutti quegli adulti che oltraggiano e violentano l’anima di questi piccoli diventati adulti troppo presto.

La sua vita è sconvolta dalla notizia delle nozze del papà con una tipa conosciuta da 3 mesi con prole a seguito, purtroppo non può chiedere aiuto alla madre la quale è stonata dalla droga tutto il tempo e convive con un uomo violentissimo che maltratta gli altri 3 fratellini che vivono lì dentro.

L’incontro con Bird, il ragazzo abbandonato da tutti alla ricerca dei propri genitori per chiedere una semplice spiegazione per tutto questo male ricevuto, è l’interruttore che accende la luce dei desideri della piccola grande Bailey alla ricerca di un futuro migliore e di un posto in questo mondo selvaggio e malvagio.

Andrea Arnold, un po’ come si vede nel Seme del Fico Sacro, racconta una generazione a misura di telefonino. I loro sentimenti, i loro dolori e tutto quello che li circonda sono immortalati in immagini dentro la memoria dello smartphone con la speranza di poter condividere e dimostrare tutto il loro malessere.

Le scene del duro scontro violento con quella specie di patrigno e la gita al mare con i fratellini sono raccontate da Andrea Arnold e filmate dalla piccola Bailey (che ha lo sguardo sia fanciullesco che maturo di Nykiya Adams) in modo toccante e struggente.

Poi, quasi per sfuggire dal pessimismo della realtà vera che circonda i nostri protagonisti, la regista decide di virare in una favola fantasy. Di farci trovare un mondo alternativo dove Bailey e Bird possano essere finalmente loro stessi e non in balia del degrado che li circonda.

Perché per resistere agli urti della vita non ci vuole solo un fisico bestiale ma dei veri e propri super poteri.

Una menzione speciale per Barry Keoghan, il bambino rimasto padre a 14 anni e che a 32 anni ama i propri figli con un’intensità incredibile nonostante sia rimasto un ragazzino imprigionato nel corpo di un adulto tatuatissimo che canta stonatamente The Universl dei Blur come unico modo per dire “Ti amo”.

Voto 7

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