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Frankenstein

Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film

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La recensione su Frankenstein

di barabbovich
7 stelle

Su una nave incagliata tra i ghiacci dei freddi mari del Nord viene messo in salvo un medico con una gamba rotta, il dottor Frankenstein (Isaac). Qualcuno lo sta cercando, e non è una ricerca amichevole: si tratta della creatura (Elordi) - mastodontica e fortissima, ma dotata di straordinaria umanità - che lo stesso dottor Frankenstein ha assemblato con i cadaveri di morti in battaglia, delinquenti e assassini, realizzando il sogno prometeico dell'immortalità. Ciascuno dei due racconta al capitano di bordo la propria versione dei fatti, in una struttura tripartita che echeggia la cornice del romanzo e tiene insieme ribellione, giustizia e pietà.
L'ennesima trasposizione cinematografica del capolavoro di Mary Shelley sembra ribadire la nuova passione di Guillermo Del Toro per i classici della letteratura, dopo il precedente Pinocchio. Qui la realizzazione, a dispetto della produzione targata Netflix, non va al risparmio e, anzi, realizza scenari grandiosi immersi in un'atmosfera gotica, un po' cattedrale dell'immaginario deltoriano, e rende palpabile l'impresa scientifica con apparecchiature maestose, anche se si lascia improvvidamente prendere la mano dall'uso, non proprio impeccabile, della CGI, come nella scena dei lupi. A colpire è anche l'innesto del mecenate Harlander (Waltz), signore dell'industria bellica che finanzia il progetto e trasforma la Creazione in affare terreno, mentre l'ombra del rifiuto paterno fa da nervatura ai due protagonisti. La creatura sfugge all'iconografia consunta e, quando prende la parola, sprigiona la parte più vitale del racconto, quella in cui il mostruoso svela la nostra faccia nascosta. Del Toro predilige il melodramma spirituale più che l'orrore, interroga chi sia davvero il colpevole e aggiorna il mito come parabola di padri e figli, di abuso e desiderio di riconoscimento, con una dolcezza che non smussa l'incubo. E persino le due ore e mezza di film reggono bene e appassionano nonostante qualche buco di sceneggiatura e, alla fine, non puoi non amare la creatura anche se ha l'aspetto di Achille Lauro senza tatuaggi.

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