Regia di Ulaa Salim vedi scheda film
Tra i giovani Elias, fresco di studi scientifici, ed Anita, aspirante artista, è amore a prima vista. L'inizio della relazione tra i due coincide con l'aprirsi, a seguito di un terremoto, di una immensa spaccatura sul fondo marino, con conseguenze potenzialmente disastrose per l'intera umanità. Elias, essendo interessato professionalmente dall'evento, gli dedica attenzioni straordinarie; dopo poco, Anita rimane incinta, nonostante i due abbiano cercato di evitare che ciò accadesse. Elias è favorevole all'aborto; la ragazza si reca in clinica. Subito dopo, la relazione ha termine. Quindici anni dopo, Elias è parte di una squadra incaricata di studiare e, per quanto possibile, sigillare la frattura; Anita, insegnante di canto. I due si incontrano nuovamente; ciò che è successo una volta, può accadere di nuovo ? Diretto dal regista danese Ulaa Salim, "Eternal - Odissea Negli Abissi" sovrappone due vicende, collocate approssimativamente in un prossimo futuro; la prima consiste nell'aprirsi di una frattura nella crosta terrestre; una sofferenza del nostro mondo il quale evoca lo stress da cambiamento climatico. La seconda, è anch'essa il verificarsi di una lacerazione. La separazione tra i due protagonisti, i quali per quindici anni vivono ignorando l'uno la sorte dell'altra, fino al successivo, causale incontro. Elias, in virtù del suo impegno, teorico ed operativo, sul fenomeno della faglia, è un personaggio piuttosto noto; ciò suscita l'interesse del figlio adolescente della donna, di cui lo scienziato ben presto apprende essere padre. La notizia sconvolge il ricercatore, già turbato a causa degli eventi di molti anni prima. Elias riprende a frequentare Anita ed il ragazzo; desidera poter ricucire quello che considera uno strappo, una violenza fatta a sè, alla donna, al ragazzo. Essere padre. L'ambizione è legittima; allo stesso modo, parzialmente giustificabili sono state le scelte fatte nel passato, gioventù, diverse prospettive, l'impegno morale e scientifico connesso alla catastrofe, foriera di ulteriori sventure. Ma ad Elias la possibilità di "tornare indietro" è preclusa. Anita ha un altro uomo, determinato nel conservare il ruolo ottenuto nella famiglia nel corso degli anni; ella, inoltre, è convinta che Elias non sarebbe stato un buon padre. Al ricercatore, ormai segnato dall'impossibilità di rimarginare la ferita, non rimangono che l'immaginazione e l'impegno. Le due cose si fondono. La fenditura nel fondo oceanico, ove l'uomo si reca in missione, si sovrappone alla lacerazione interiore di Elias. Nel penetrare l'una, in una sorta di sogno che diviene realtà, o immissione in una realtà alternativa, l'altra guarisce. Ciò che non è stato, accade. Molto "freddi" gli attori; anche nei momenti più drammatici (esempio, il confronto tra Elias e l'attuale compagno di Anita) conservano un amplomb decisamente non ... "mediterraneo". Il regista concentra l'attenzione sulla storia di Elias ed Anita. La vicenda della faglia è in secondo piano ed ha valenza prettamente simbolica; rappresenta comunque un richiamo alla sofferenza della terra a causa del cambiamento climatico. Dunque, non godiamo di notevoli effetti speciali o grandi scenografie, sebbene non manchino sequenze oniriche. Il regista trae ispirazione da diverse celebri opere di fantascienza - "2001 Odissea Nello Spazio", "Interstellar", "The Core", rielaborandone tematiche, suggestioni, scenografie e situazioni, per raccontare un lento e difficile rimarginarsi di ferite, anche su diversi piani di esistenza. Storie di dolore, di rimpianti; di tenacia e di speranza. Una messa in scena complessa, nessuna spettacolarizzazione degli eventi, ritmi lenti, possono scoraggiare molti spettatore; ma i più ... pazienti, rimarranno soddisfatti.
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