Regia di Manetti Bros. vedi scheda film
CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: U.S. PALMESE
I Manetti Bros. dopo aver provato a giocare nella serie A del cinema con la trilogia di Diabolik decidono di tornare a lavorare in territori più familiari e non a caso ambientano la loro ultima follia a Palmi la piccola cittadina calabrese che ha dato i natali alla loro mamma a cui il film è dedicato.
E Così passiamo da Clerville a Morville. Precisamente Etienne Morville, un talentuoso e irascibile giocatore francese che a Milano è più famoso per aver picchiato un avversario dopo un fallo o aver fatto body shaming nei confronti della tiktoker Gennaryna paladina del Body Positive.
E così questo mix tra Mario Balotelli e Rafa Leao ma proveniente dalle ripudiate e odiate banlieue parigine come Kylian Mbappé, viene messo fuori rosa per il suo essere un Bad Boy sopra le righe.
Dall’altro lato dell’Italia precisamente a Palmi ossia la Banlieue calabrese abbandonata dallo Stato e dalla stessa Regione, cittadina senza un ospedale e senza servizi primari, una cittadina dove la giornata inizia con lo spazzino che svuota i cestini, Rocco apre il negozio di Frutta e verdura e i carabinieri si prendono un caffè e tutti i santissimi giorni è così.
In questa routine nasce il sogno dell’agricoltore pensionato Don Vincenzo, comprare con una colletta di 300€ per 18000 abitanti la stellina ripudiata per portare la U.S. Palmese in Serie D. D’altra parte sono tutti facce della stessa medaglia, esiliati dalla vita in cerca di riscatto.
E così il giovane e viziato Etienne si trova catapultato dalla lussuosa e lussuriosa Milano (tra sushi alla moda e aperitivi vista Duomo manca solo la Gintoneria) ad una Palmi versione Far West abitata da personaggi pittoreschi ma portatori sani di una inaspettata cultura personale.
Oltre al sognatore Don Vincenzo (un Rocco Papaleo pronto a diventare il Marco Giallini del Meridione), abbiamo un Gianfelice Imparato professore che trova nella Storia Antica e nel latino la spiegazione e la soluzione ai mali del mondo, una Claudia Gerini poetessa radical chic che snatura il suo sapere per amore del tanto odiato Calcio visto come “Oppio dei Popoli”, un Max Mazzotta da premio che interpreta un allenatore filosofo che insegna la differenza tra giocare e amare il calcio ma poi si trasforma nell’ultimo dei trogloditi quando entra dentro il clima partita.
I Fratelli Manetti hanno deciso di ritornare a divertirsi dietro la macchina da presa scrivendo una storia molto esile ma sviluppandola con il loro tono sempre acceso e goliardico.
Siamo più dalle parti di Holly e Benji (con i protagonisti che parlano con loro stessi prima di ogni azione o goal spettacolari e coreografici) invece che film come Il campione o Chi segna vince.
U.S. Palmese più che un film sul calcio è un film che usa il calcio come mezzo per uscire fuori dalle proprie sabbie mobili mentali e caratteriali.
Etienne a Palmi respira quel clima umile e poeticamente povero che lo aveva formato sentendo il bisogno di ritornare ad amare quella ragazza che aveva lasciato per il successo, di contro lui diventa portatore sano di coraggio di valori quasi per Osmosi.
Don Vincenzo riconquisterà la stima della figlia accettandone la sua omosessualità e accogliendo la sua fidanzata come fosse il “Genero” tanto desiderato, gli stessi giocatori della Palmese supereranno le proprie paure e i propri limiti diventando non solo uomini migliori ma anche virtuosi giocolieri del pallone.
Insomma, un film leggero leggero ma che al termine delle sue due ore ti fa sentire molto bene come un trip di Serotonina.
Voto 6
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