Regia di Nick Hamm vedi scheda film
Insofferenti ai gabellatori del re d'Austria (Kingsley), all'alba del XIV secolo gli svizzeri riuniscono le forze dei tre cantoni sotto la spinta carismatica di Guglielmo Tell (Bang), leggendario tiratore di balestra. Riusciranno a ottenere la loro indipendenza, ma la brama di vendetta della regina lascia presagire inevitabilmente un sequel.
Degli svizzeri Orson Welles disse che mentre gli italiani "sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù". Sarà per questo che, inevitabilmente, celebrano con questo biopic (coprodotto da Regno Unito e Italia) il loro eroe più famoso, cercando di colmare con l'epica ciò che la cronaca storica non ha mai particolarmente esaltato. Il film ha il respiro delle tante opere che collocano al centro un personaggio carismatico (da Spartacus a Il primo re, passando per il William Wallace di Braveheart e Il gladiatore). Niente di particolarmente nuovo, se non fosse che - oltre alle notevoli scene di combattimento cappa e spada e agli scenari alpini da dépliant turistico - per una volta le figure femminili non sono pura carta da parati: principesse, regine, popolane e guerriere si muovono con una certa autonomia narrativa, per quanto incorniciate in un'estetica da saga fantasy. Produzione solida, montaggio serrato e qualche cameo gustoso (Kingsley con benda piratesca, Jonathan Pryce), ma non si sfugge alla sensazione che il patriottismo elvetico - solitamente discreto - abbia trovato nella cinepresa una nuova bandiera.
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