Regia di Francis Galluppi vedi scheda film
The Last Stop in Yuma County (2023): locandina
CINEMA OLTRECONFINE
Un azzimato commesso viaggiatore di pelo rosso piuttosto stravagante ed irrealistico, si ritrova nel bel mezzo del deserto, costretto con l'auto a far rifornimento di benzina nell'unica area di servizio con pompa di carburante nel giro di 150 miglia.
Peccato che le cisterne siano vuote ed il pingue benzinaio nero sia in fervente attesa del sopraggiungere dell'autobotte che gli riempia i serbatoi ormai a secco.
Ma noi spettatori già sappiamo in anticipo che quel camion non potrà mai più raggiungere la sua destinazione, e per un motivo ben chiaro. In attesa di poter fare il pieno e ripartire, l'uomo attende che la ragazza del bar apra il locale, e vi prende accesso, seguito da qualche altro viaggiatore, in attesa tutti di potersi rifornire di carburante.
Tra costoro, anche due loschi figuri, entrati in possesso di una bottino cospicuo derubando una banca, si trovano loro malgrado costretti ad aspettare al bar.
Ma restare in macchina, come il più anziano tra loro inizialmente pretendeva, si sarebbe rivelato la più saggia e salvifica decisione della giornata.
E sopra quella che avrebbe evitato il verificarsi della clamorosa, sanguinosissima strage, coreografica e pulp, di cui il locale risulterà teatro privilegiato ed esclusivo.
The last stop in Yuma County, opera seconda ben congeniata e diretta da Francis Galluppi, qui al suo secondo lungometraggio, è un noir seducente che rispetta ogni dettaglio per tener desta l'attenzione, giocando ed ammiccando con lo spettatore, catapultato al ruolo privilegiato di testimone incolpevole di un massacro annunciato, che finirà per incendiare letteralmente l'atmosfera ed il locale.
Un cast di attori convincenti, anche se poco noti, ma con visi perfetti e coerenti al crescente climax teso ed urgente che si viene a creare, fa da pertinente corollario alla interpretazione di Jim Cummings, regista ed attore indipendente piuttosto talentuoso e scanzonato, noto in Europa soprattutto per il suo Thunder Road, corto poi esteso a lungometraggio, e come tale piuttosto apprezzato in vari festival indipendenti, in cui Cummings interviene sia da regista che da protagonista.
Tutto funziona bene, come entro un meccanismo ad orologeria saggiamente concepito per suscitar scalpore e tensione.
Manca solo un po' di originalità e di sorpresa autentica o non telefonata, in un lavoro comunque ben costruito e scritto a cui forse manca solo la circostanza di non essere arrivato per primo, dopo opere indimenticate ormai risalenti ad oltre un trentennio orsono, come Le iene (1992) di Tarantino o Una vita al massimo (1993), di Tony Scott su sceneggiatura nuovamente di Tarantino.
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