Regia di Stéphane Brizé vedi scheda film
Pochi registi, oggi, sanno sprofondare così dentro i corpi, come fa Stéphane Brizé: sia che parli di "leggi di mercato", del mondo del lavoro o di relazioni umane, che poi sono sempre al centro del suo Cinema, come un pulsante nucleo politico, il regista francese ha una splendida vocazione nel raccontarci gli smarrimenti e le solitudini dei suoi protagonisti. Con "Le Occasioni Dell'Amore" realizza proprio un film sui sentimenti, sullo smarrimento esistenziale di due figure, un attore famoso e una sua ex, che s'incontrano, per caso, quindici anni dopo la fine della loro relazione. Li interpretano, meravigliosamente, Guillaume Canet e la nostra Alba Rohrwacher, bravissimi ad agire sempre in sottrazione, lasciando trasparire tutti gli smarimenti senza usare troppe parole se non i loro volti. Un film lucidissimo, dominato dalla violenza dell'oceano del nord della Francia, dalla forza della natura, che fa da controfigura alla loro apparente tranquillità. Due figure tratteggiate con minuziosa bravura, dove Brizé riesce far loro dire tutto quello che c'è da dire, anche dai silenzi. Un film sentimentale senza esserlo, meno che mai romantico, come tante porcherie: un film esistenziale, ripeto, su due persone nel mezzo della loro vita, così perfetta, agiata, lineare, che hanno molto più da dirsi dell'amore perduto. Due solitudini, la Normandia, due attori in stato di grazia e un regista sempre più bravo, sempre più indispensabile. Splendido.
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