Regia di Michael Rymer vedi scheda film
I legami con lo stupendo INTERVISTA COL VAMPIRO (romanzo e film) sono praticamente pari a zero, sia cronologicamente (i 100 anni di Lestat passati a dormire non coincidono con le vicende precedentemente raccontate e Louis pare svanito nel nulla) sia caratterialmente: ben poco infatti pare avere a che fare questo Lestat con quello del primo film: se l'edonismo, volendo, è lo stesso, la psicologia appare alquanto distorta per venire incontro alla ridodanza pseudo-romantica di questa pasticciata pellicola. Le premesse, in verità, non erano delle più felici, giacchè pensare di racchiudere in un film ben due romanzi dalla verbosità esemplare difficilmente poteva portare a qualcosa di buono, e così è stato.
A cominciare dalle prime sequenze, che percorrono il rischioso baratro dell'umorismo involontario (sfiorato anche in altre occasioni), il film si trascina in atmosfere volutamente cult che vorrebbero colmare l'assenza di sostanza con banali chiacchiericci intorno alla tragica vita del vampiro, rimestando aria fritta in dialoghi che, per chiunque abbia visto anche un solo film di vampiri, sono solo ridondanti e vacui: forse proprio a causa della materia prima da cui è tratta, la sceneggiatura gira a vuoto senza che, di fatto, accada nulla, e francamente lo stesso intreccio (pur essendo potenzialmente interessante) si risolve in una scaramuccia del tutto a-climatica, priva di quel pathos affannosamente ricercato per tutto il film.
A voler essere generosi con questa pellicola, non tutto è veramente da buttar via, il problema è che le pur buone idee alla base della trama non vengono sviluppate o, comunque, restano in superficie anche a causa di un cast non esattamente azzeccato, (su tutti la pessima Aaliyah, compianta come essere umano ma non certo come attrice), fra cui si salva forse il solo Townsend che, comunque, esce annichilito se confrontato con Cruise. Da segnalare, infine, la presenza della Claudia Black di FARSCAPE, qui alla sua seconda apparizione sul grande schermo dopo PITCH BLACK, che si ritaglia il micro-ruolo di Pandora, il cui nome campeggia nel titolo del quarto romanzo delle "Cronache dei vampiri": pur dicendolo sottovoce per non essere preso troppo sul serio, quasi quasi spererei ne traessero un altro film...
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