Regia di Jack Gold vedi scheda film
Uno di quei film capaci davvero di segnare un'epoca e lo stesso genere di appartenenza(fantascienza? Thriller catastrofico? Apologo sferzante ed estremamente cupo su religione, teste coronate e governanti vari, verista sull'umanita e sul genere umano negli anni '70? Quindi ancora più attuale oggi. Strepitoso pamphlet suo rapporti uomo-donna? Da antologia la sequenza di dialoghi taglientissimi e oggi impossibili, tra un grande Burton e la moglie fedifraga Marie-Christine Barrault con l'amante in casa sua), solo chi lo ha visto al cinema nel 1978-'79 può conservarne davvero l'enorme portata di fascino e impatto che ha avuto possibile soltanto nel cinema con i tempi di allora , sugli spettatori di ogni età.
Merito del racconto originario di Peter Van Greenaway(un autore per molti aspetti premonitore e scomodo dalle quasi nulle trasposizioni cinematografiche), che evita con rara oculatezza ogni convenzione e passaggio ingenuo tipici di troppe sceneggiature, e che la pur ottima trasposizione, un pò banalizza, ma innalzata ugualmente dalla regia inventiva e visionaria di uno dei cineasti inglesi più interessanti degli anni '70, Jack Gold, che già nel genere della fantascienza cospirativa ci aveva offerto l'originalissimo e bizzarro "Who? L'Uomo dai due volti?"(1974).
Grandissime sequenze di effetti speciali ottici e modellini dell'epoca che oggi sarebbero standardizzati e resi da indigeribile videogame, come quella profetica del precipitare di un Boeing 747 sopra i grattacieli della City di Londra, e la giustamente famosa non solo all'interno del filone catastrofista, lunga sequenza prefinale con il crollo della cattedrale di Westminster.
Peccato che la soluzione di tutto sarebbe stata nella evidente possibilità di attrazione tra la psichiatra Lee Remick(unico passaggio un pò forzato e non pienamente convincente il suo suicidio, e lo stesso Burton/Molnar, nel potergli dare quel figlio che non è mai riuscito ad avere se non come un precedente vegetale nato morto e causa di altro odio per tutto e tutti, ma soprattutto con la moglie citata, e che probabilmente avrebbe salvato anche migliaia di persone, da questo "Dio Vendicatore" in singola, umana autonomia.
Finale per certi versi affine ma molto più spettacolare e potente, di quello del coevo "Patrick" di Richard Franklin.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta