Regia di Federico Chentrens vedi scheda film
Jane è giovane e piacente; conosce un fotografo, Federico, che la convince a posare per lui. Dopo le foto, Federico chiede altro: Jane lo rifiuta e ripara presso un attore, Alan, con cui sembrano esserci maggiori affinità. Ma Alan parte per lavoro e la ragazza finisce tra le grinfie di un produttore cinematografico del tutto inaffidabile, per incontrare infine il fotografo Federico un'altra volta.
Romanzo di formazione, con tutti i limiti del caso, di una giovane aspirante modella sul finire dei 'favolosi' anni Sessanta, Playgirl 70 rappresenta l'esordio in regia per Federico Chentrens, nonché un'ottima occasione da protagonista per Ira von Furstenberg. A conti fatti da salvare della pellicola rimane ben poco: la confezione non è eccelsa e la storia piuttosto banale (e banalizzante); il revanscismo femminista che pare inizialmente muovere i passi – e le disavventure, più che altro – di Jane, personaggio centrale dell'opera, evapora pian piano tra sequenze arruffate che mostrano caoticamente e didascalicamente lo squallore del cosiddetto jet set coevo. La conclusione? Non è oro tutto ciò che luccica e anche il 'bel mondo' è in realtà permeato di bassezze, perfidie e disperazione. Copione firmato dal regista insieme a Giovanni Simonelli, con dialoghi di Guido Leoni, da un soggetto di Robert Oliver; l'erotismo è piuttosto blando e il ritmo zoppicante, anche se qualche battuta sopra le righe salva in più momenti la visione dallo sbadiglio (“Sei vergine?” “No, capricorno” “Non conosco questa pratica sessuale”). Tra gli altri interpreti: Venantino Venantini, Luciana Paluzzi, Jean Sobieski e Wolfgang Preiss. Di Chentrens si sono perse le tracce pochi anni dopo; nel frattempo ha diretto un altro paio di film di scarsa notorietà (All'ovest di Sacramento, con Jean Girault, e il televisivo australiano The bushranger) e lavorato anche come attore. 2,5/10.
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