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La voglia matta di vivere

Regia di Ricky Tognazzi vedi scheda film

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claudio1959

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La voglia matta di vivere

di claudio1959
7 stelle

In occasione del centenario, un documentario che ci ricorda l’incontenibile vitalità di Ugo Tognazzi un attore simbolo del cinema italiano e mondiale dalle voci di chi l’ha conosciuto apprezzato e amato.

Ugo Tognazzi, Caterina Boratto

Primo amore (1978): Ugo Tognazzi, Caterina Boratto

Ornella Muti, Ugo Tognazzi

Primo amore (1978): Ornella Muti, Ugo Tognazzi

Philippe Noiret

Amici miei (1975): Philippe Noiret

Ugo Tognazzi, Ornella Muti

Romanzo popolare (1974): Ugo Tognazzi, Ornella Muti

locandina

La voglia matta di vivere (2021): locandina

La voglia matta di vivere Italia/Francia 2021: Ha un titolo molto bello e rappresentativo il docufilm assemblato con amore da Ricky Tognazzi e dedicato al suo importante ed amato papà Ugo Tognazzi “Tognazzi la voglia matta”, tratto dal bel film interpretato dal popolare attore cremonese e diretto da Luciano Salce. Ricky è il figlio maggiore di Ugo, anche lui attore e regista di buon livello e che dal padre ha avuto in dono l’intelligenza e la classe. Il film è raccontato da lui e i suoi fratelli, la cosiddetta famiglia allargata, perché Ugo fu anche un grande seduttore nella sua vita brillante e “goduriosa”. Ci sono anche le testimonianze inedite dei suoi amici più intimi e non necessariamente attori, registi o persone dello spettacolo. Un omaggio commovente e sincero al grande attore, ma anche all’uomo, con la sua personalità, la sua forza e le sue inevitabili debolezze umane. Interessanti le interviste ed i racconti affettuosi degli intervistati, i filmini girati in super8. Un flashback che sembra non finire mai e che si vede e gode tutto di un fiato, per chi come me che da adolescente sono stato folgorato soprattuto da due bellissimi film interpretati da Ugo “Romanzo popolare” del 1974 diretto da Mario Monicelli, con gli interventi che mi hanno commosso di Ornella Muti e Michele Placido ed anche “Amici miei” del 1975 sempre di Monicelli, che doveva dirigere un altro dei miei registi feticcio Pietro Germi, che purtroppo ci lascio’ prima di poterlo fare. A proposito di Romanzo popolare, un altro ricordo mi è stato solleticato nell’ ascoltare la meravigliosa “Vincenzina e la fabbrica” la canzone di Enzo Jannacci. Nel rievocare quella partecipazione al film una Ornella Muti emozionata ci rivela che Tognazzi gli fu vicino in modo particolare durante la lavorazione, in quanto incinta del primo figlio. Magnifica la rievocazione anche della Palma d’oro ricevuta a Cannes nel 1981 grazie al bel film di Bernardo Bertolucci “La tragedia di un uomo ridicolo” dopo tanti tentativi di vincere andati a vuoto. Sarebbero molti i film da citare, anche i 5 girati da regista, quelli più noti: Il federale, Io la conoscevo bene, la grande abbuffata, il vizietto, Primo amore e Il petomane a testimonianza della qualità delle sue scelte. Bello anche il ricordo di Pupi Avati, che mi ha colpito per le belle parole spese per Ugo. Interessanti anche gli aneddoti sui pranzi e cene con tanti amici nella sua casa di Velletri ed il torneo di tennis “Lo scolapasta d’oro”. Da ricordare che Ugo Tognazzi fu anche un valente attore di teatro e nel documentario lo si ricorda. Ugo Tognazzi amava non avere limiti e voleva sperimentare varie forme di recitazione. Un grande attore che mancherà ai suoi cari ai suoi amici, ai colleghi e a chi gli ha voluto bene e mi piace ricordare che è stato anche un grande tifoso del Milan, come molti personaggi dello spettacolo, però i suoi lasciti i suoi film ci terranno un’amabile compagnia ora e per sempre. "Tognazzi. La voglia matta di vivere" è una coproduzione Rai Documentari e Ruvido Produzioni, Dean Film, Surf Film e Mact Productions in collaborazione con il Comune di Cremona e i Salumi Negroni, con il sostegno di Regione Lazio e Roma Lazio Film Commission. Scritto da Simona Izzo, Valentina Pattavina e Ricky Tognazzi. P.S. Ritratto di mio padre – documentario di Maria Sole Tognazzi del 2010, lo segnalo, perché merita di essere visto insieme a questo più recente del fratello Ricky e che ho recensito anch’esso su FILMTV.

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