Espandi menu
cerca
I cavalieri che fecero l'impresa

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

Recensioni

L'autore

ga.s

ga.s

Iscritto dal 23 maggio 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 2
  • Post -
  • Recensioni 109
  • Playlist 1
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su I cavalieri che fecero l'impresa

di ga.s
8 stelle

Per la seconda volta, dopo il riuscitissimo Magnificat, Pupi Avati torna al Medio Evo. E se nell’altro film prediligeva un accostamento filologico alla materia, nel tentativo di ricreare l’atmosfera di un tempo (non sappiamo se reale, ma indubbiamente affascinante), in quest’ultimo film lascia un po’ sullo sfondo gli usi e i costumi (comunque presenti, come nella bella scena della morte del re, del trattamento e dei riti spettanti alle sue spoglie), per dare maggior spazio all’avventura e ad una narrazione di ampio respiro e più tradizionale (che Magnificat non aveva poiché accostava e intersecava episodi minimali).
La vicenda ha come punto di partenza la scomparsa della Sacra Sindone da Bisanzio e la conseguente necessità di ritrovare la reliquia, non solo per la sua importanza spirituale, ma anche, per così dire, civile. A questo punto alla storia subentra l’invenzione, data dai cinque uomini che si mettono alla ricerca, cinque personaggi diversi tra loro, uniti dal caso, e spiritualmente mossi, almeno all’inizio, da idee e motivi diversi.
Pupi Avati costruisce un film sontuoso, ma non ridondante (una sfida al cinema italiano che raramente tenta la strada delle produzioni impegnative), utilizzando al meglio i paesaggi e i suoi attori. La parte iniziale del film, quella che presenta i cinque personaggi e lentamente li unisce, è forse un po’ troppo lunga, ma nel suo evolversi acquista sempre maggior ritmo, raccontando o svelando i sentimenti dell’amicizia, dell’onore, ma anche i dubbi, i misteri e i luoghi oscuri del Medio Evo, con tutti i suoi strani e falsi riti (la presunta resurrezione di un crociato), le sue credenze malefiche (l’eresia di credersi fedeli al diavolo), ma anche l’estrema fede che tutto guida. Il regista accresce poi ulteriormente il ritmo dell’azione nella seconda parte, ma tiene comunque sempre all’erta lo spettatore disseminando il film di momenti duri (come qualche scena truculenta che ha costretto il film ad un assurdo divieto a minori di 14 anni). Le scene degne d’attenzione, oltre a quella già citata delle esequie del re, sono quella dell’incontro notturno col monaco che raccoglie granchi sulla spiaggia, il recupero del Sacro Lenzuolo, la scene nel convento delle suore e alcune delle scene di lotta, in special modo l’ultima, la più disperata.
I cinque attori che danno volto e corpo ai cavalieri sono Thomas Kretschmann, Marco Leonardi, Stanislas Merhar, Edward Furlong e Raoul Bova: gli ultimi due meritano una particolare attenzione. Edward Furlong (il cui unico film degno di nota prima di questo è Terminator 2 nel quale vestiva i panni di John Connor), interpreta il personaggio apparentemente più fragile, a causa anche dal suo fisico decisamente più gracile rispetto a quello dei compagni, ma tuttavia dotato anche di una grande forza di volontà che lo rendono sempre retto e deciso: la sua è una recitazione altalenate, tra entusiasmo, paura e un po’ di sofferenza, e dunque ben adeguata al personaggio che interpreta. A Raoul Bova spetta invece il personaggio più complesso, un fabbro che ha abbracciato la fede nel maligno, e che vive quasi tutta l’impresa, proprio a causa della sua posizione di eretico, con tono dimesso e sofferente: indubbiamente un ruolo non semplicissimo, ma ben interpretato da Bova, in grado, quando vuole, di essere molto più di un divo di bell’aspetto.
Non so se la ricostruzione storica sia esatta (benché dovrebbe esserlo visto che Avati s’è avvalso di un consulente storico), ma certamente il fascino misterioso che già emanava potentemente da Magnificat, serpeggia anche in questo film, più sontuoso, meno originale del suo predecessore, ma comunque interessante.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati