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Cry Macho - Ritorno a casa

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Cry Macho - Ritorno a casa

di AlbertoBellini
8 stelle
Sarò ‘di parte’, e me ne rendo conto, ma Cry Macho, di e con Clint Eastwood, è un film di ardente sensibilità: celato dalla superficie del più basico e logoro road movie, v’è il confronto non solo con le giovani generazioni – alle quali, tra le altre cose, è impartita una lucida lezione circa la mascolinità –, ma anche con quell’universo trappassato e del quale non è rimasto che un corpo raggrinzito: il western, "l’epopea della conquista di un nuovo mondo", inscindibile dalle conformazioni geografico-storiche che hanno reso tali gli Stati Uniti d’America. Al di là delle esigenze concernenti la sceneggiatura e, soprattutto, la messa in scena di eventi e personaggi, risulta analogo lo statuto dello stesso Mike Milo, cowboy ed ex star di rodeo, il cui volto è stato scolpito da un secolo (e oltre) di cronaca del mito, simulacro di quelle storie a metà strada fra la realtà e la finzione.
Se quindi il racconto, con l’ecosistema che lo costituisce, rimanda ad una dimensione spazio-temporale altra, il sottotesto si mantiene ben saldo al presente dal quale è impossibile sfuggire (se non attraverso uno sguardo intimidatorio): là ove il mito prese forma, oltre la frontiera – non del Messico ma di un qualche dove utopistico –, avviene il passaggio di testimone: nonostante tutto, il lieto fine a cui ognuno aspira, sognando un altro ballo e il desiderio di sentirsi a casa, finalmente.
 
Suonala ancora, Clint.
 
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