Regia di James Gunn vedi scheda film
Un tornado di lerciume variopinto e dissacrante, con un grand guignol massiccio e un umorismo senza remore, ma anche con un nocciolo irriducibile di sentimento.
Fresco di licenziamento dalla Marvel/Disney (ma riaccolto poco dopo dalla stessa con enorme ipocrisia), James Gunn risolleva radicalmente le sorti del mesto DC Extended Universe accettando l'offerta di una Warner disposta ad offrirgli carta bianca per scrivere e dirigere un sequel di Suicide Squad. Ed è proprio in virtù delle particolari condizioni di incubazione del progetto che l'esperienza artistica e professionale acquisita da Gunn alla Troma (famosa casa di produzione di trash movie) acquista un rilievo decisivo, molto più di quanto già era comunque avvenuto con gli exploit supereroici precedenti del regista; il quale recupera – e finalmente nobilita in toto – i due principali fari cinematografici del primo film (ossia Quella sporca dozzina e 1997: Fuga da New York) e li affianca a mille altri, pertinenti nella loro impensabile follia (David Cronenberg, Watchmen, i mercenari stalloniani, La fortezza, l'horror fantascientifico di Alien, i kaiju eiga), centrifugandoli magistralmente in un tornado di lerciume variopinto e dissacrante, con un grand guignol massiccio e un umorismo senza remore (entrambi perfetti per gli scopi prefissati), ma anche con un nocciolo irriducibile di sentimento. Che in realtà è soprattutto un sentimento di moralità politica: l'orgoglio di stare dalla parte dei reietti e di rifiutarsi di appoggiare l'operato vomitevole di un'America pronta a fregarsene della salvezza di bersagli inermi per dare fondo ai propositi imperialisti di una "finta democrazia" come quella a stelle e strisce. Lo spettacolo, tecnicamente allettante e con punte di fiera lisergia normalmente inimmaginabili nel contesto del mainstream odierno, si associa a una padronanza drammaturgica che scavalca costantemente le aspettative – con svisate di registro e di temporalità che nascondono sempre un significato ulteriore – e a personaggi dipinti amorevolmente e di fino, dal Bloodsport "paterno" di Idris Elba che si affeziona alla straziante Ratcatcher II di Daniela Melchior al traumatizzato ma tenerissimo Polka-Dot Man di David Dastmalchian, fino allo stolido Peacemaker di John Cena e al formidabile King Shark doppiato da Sylvester Stallone. Persino Amanda Waller (Viola Davis, più arcigna che mai) e Harley Quinn (una forsennata Margot Robbie) incorporano qui una loro solida profondità. E la figura di Starro il Conquistatore si erge a fragorosa metafora dell'avanzata capitalistica (anche hollywoodiana) dopo quella rappresentata da Ego all'interno di Guardiani della Galassia Vol. 2. In breve: un diamante (grezzo) dell'intero genere.
John Murphy assembla una colonna sonora esplosiva, con Louis Prima, Johnny Cash e The Fratellis.
Voto: 9 — Film ECCELLENTE
VISTO al CINEMA
The Suicide Squad - Missione suicida (2021): Margot Robbie, John Cena, Joel Kinnaman, Idris Elba, Peter Capaldi
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