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Fatman

Regia di Eshom Nelms, Ian Nelms vedi scheda film

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Souther78

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La recensione su Fatman

di Souther78
6 stelle

Opera che si inserisce nel filone ormai quasi abusato delle favole nere di Natale, o di Babbo Natale-Punisher. Avrebbe potuto avere molto di più da dire/dare, ma tentenna, esita, e, soprattutto, dimenticando la scansione drammaturgica classica, coniuga la perturbazione con il finale, rendendo l'incipit eccessivamente lungo e noioso. Peccato!

 

Le gesta del leggendario omone vestito di rosso in quest'opera sembrano sviluppare la pubblicità del film natalizio con Lee Majors in Scrooged (noto in Italia come SOS Fantasmi): riuscirà l'impresa di trasporre una provocazione umoristica in un film di senso compiuto? Senza voler saltare subito alle conclusioni, certo è che il percorso non era privo di ostacoli, così come la realizzazione tradisce una sorta di indecisione di fondo che si riverbera in una specie di continua ed estenuante "attesa".

 

Il tallone d'Achille di un film che avrebbe potuto aspirare a ben altre sorti è una sceneggiatura che rinuncia alla regola d'oro dell'archetipo della messinscena, che esige una situazione di calma iniziale, seguita da uno sconvolgimento, e destinata a risolversi nel finale. Qui il modulo centrale si fonde con quello conclusivo, così dilatando a dismisura la fase "preparatoria". In poche parole, tanta lentezza all'inizio, che sfocia in una conclusione affrettata e frettolosa.

 

Perfino nel fiabesco mondo di Babbo Natale non possono non stonare le grossolane semplificazioni: pensiamo allo spietato killer che fa fuori un intero plotone di militari come se nulla fosse, e senza che intervenga nessun soccorso.

 

Il cast è la ragione di maggior richiamo dell'opera, con un Walton Goggins ottimo nel proprio ruolo, e un Mel Gibson che di sicuro non giganteggia, ma sta decisamente a proprio agio nel personaggio un po' buono e un po' ragazzaccio: si tratta, in fondo, del tipo di ruoli che l'ha reso celebre, a partire da Mad Max, e quindi Arma Letale. Non può non dispiacere vedere il protagonista-regista di Braveheart relegato a ruoli o film (o entrambi) di secondo o terzo piano. Del resto Wikipedia ci dice che ciò è dipeso dal fatto che 20 anni fa è stato arrestato per guida in stato di ebbrezza. La scusa, alquanto ridicola considerando che tre quarti delle celebrità di Hollywood ha subito la stessa sorte, senza contare cliniche di riabilitazione, tossicodipendenze varie, arresti, violenze domestiche, abusi, etc. La verità è molto semplicemente che ha criticato gli unici che proprio non si possono criticare, poichè controllano tutto. E, soprattutto, si è schierato contro l'elite pedosatanista che controlla Hollywood, la politica, la finanza, i media, etc. Ed ecco che è finito nel loro mirino. Pur con tutti i suoi limiti ideologici, già solo per questo non possiamo che fare un plauso al suo idealismo.

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