Regia di Mario Soldati vedi scheda film
Uno tra i primi péplum italiani a proporre una satira storica che si lascia guardare divertendo quanto basta.
Lo stile cinematografico di quei tempi potrebbe sembrare noioso e datato oggigiorno, ma a me è proprio quel suo sapore antico che piace riportandomi indietro nel tempo
La trama semplice e scorrevole si focalizza sulla contrapposizione tra la Roma imperiale e gli Stati Uniti d'America in seguito alle recenti vicende belliche (la seconda guerra mondiale). Il contrasto tra le due potenze viene veicolato e messo in scena attraverso lo stratagemma narrativo del viaggio nel tempo.
Si alternano momenti comici a momenti che sembrano più seri, quasi realisticamente storici, come serio e realistico appare Gino Cervi nel ruolo di Nerone, a cui dona, certamente non per caso, sfumature quasi mussoliniane.
Nelle sequenze contemporanee, il film sottolinea ed evidenzia come l’Italia sia finalmente libera dal fascismo, ma porta a credere che gli americani siano i nuovi invasori! Mentre, nelle scene dedicate al passato, strizza l’occhio con garbo alle persecuzioni cui erano soggetti i cristiani che venivano mandati a morte in centinaia. Difatti, vediamo i due strampalati e ingenui protagonisti essere perseguitati poiché a causa del proprio analfabetismo, firmano con una “X” che viene scambiata dal prefetto per una croce e quindi per un’ammissione di fede cristiana.
Spassoso il duetto comico di Walter Chiari-Carlo Campanini, che non farà ridere a crepapelle, ma quantomeno rallegra lo spettatore. Rende molto anche solo guardarli travestiti da schiave di colore mentre si cimentano in una ridicola performance, per sfuggire alla morte cui vanno incontro gli schiavi che non vengono acquistati.
Memorabile è la scena in cui il Palazzo della civiltà italiana riappare completamente trasformato in un “Luna Parcus” con tanto di giostre, distributori di caramelle e bancarelle del tiro a bersaglio.
Non sarà un capolavoro, ma a mio avviso una visione la merita, soprattutto se si apprezzano le parodie caserecce di una volta.
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