Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
Che fine ha fatto Baby Jane? (1962): Victor Buono, Bette Davis
Che fine ha fatto Baby Jane? (1962): Bette Davis
Che fine ha fatto Baby Jane? (1962): Victor Buono, Bette Davis
"Che fine ha fatto Baby Jane?" è la storia di due sorelle, Jane e Blanche, ex attrici. Jane, bambina prodigio ormai dimenticata, vive con la sorella Blanche, diventata una famosa diva ma paralizzata dopo un incidente. Le due sorelle hanno una grande rivalità e odio represso, che escono quando Jane in preda alla follia abusa della sorella disabile isolandola in casa che diventerà la sua prigione, (La causa dell'invalidità di Blanche è un incidente d'auto avvenuto al culmine della sua carriera. Questo evento l'ha resa invalida, costringendola a dipendere dalla sorella Jane e innescando una spirale di violenza e follia). Il film è una chiara critica al mondo dello spettacolo e alle sue pressioni, e utilizza la malattia mentale di Jane per denunciare questo.(La celebrità può portare alla distruzione psicologica di una persona, come nel caso di Jane, la cui figura di bambina prodigio è un'ossessione che la porta a una regressione infantile e a una crescente follia). La casa delle due sorelle diventa un luogo fuori dal tempo, pieno di ricordi del passato che la protagonista rivive ossessivamente, vestendosi come quando era bambina e cercando di ricreare la sua vita di successo. La scena finale sulla spiaggia, con la buca scavata nella sabbia, è un capolavoro nel capolavoro, ed la rappresentazione del culmine della tensione e della follia dei personaggi, lasciando lo spettatore con una risposta scioccante alla domanda del titolo. Le interpretazioni di Bette Davis e Joan Crawford, che erano rivali anche nella vita reale, sono straordinarie. La regia di Aldrich è straordinaria, e crea un'atmosfera cupa angosciante che sottolinea il lento declino psicologico delle due sorelle. La fotografia è un punto di forza del film, e ha ottenuto una candidatura all'Oscar. (Anche la colonna sonora è notevole). Il film è stato girato in bianco e nero principalmente per motivi estetici ed economici, vista la limitata disponibilità del budget. Capolavoro assoluto, molto crudo, e ci mostra il decadimento psichiatrico delle persone messe sotto pressione, e la manipolazione affettiva. (Tratto dall'omonimo romanzo di Henry Farrell)
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