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Quattro notti di un sognatore

Regia di Robert Bresson vedi scheda film

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La recensione su Quattro notti di un sognatore

di steno79
8 stelle

"Quattro notti di un sognatore" è un nuovo adattamento cinematografico dalle Notti bianche di Dostoevskij, piuttosto lontano dal romanticismo sognante del film di Luchino Visconti, ma non inferiore. Ambientato in una Parigi insolita e quasi fuori dal tempo, è un film dal contenuto decisamente meno tragico rispetto ad altri dello stesso regista. Il protagonista è un sognatore attendibile come nel racconto dello scrittore russo, per quanto caratterizzato in maniera piuttosto scarna, che alla fine della vicenda sarà sconfitto nel confronto con una realtà crudele: Bresson gioca sulle sfumature, avvalendosi di un'ottima fotografia a colori di Pierre Lhomme che conferisce fascino visivo alle ambientazioni parigine come quella del Pont Neuf, da cui si dipana tutta la trama con il tentativo di suicidio della ragazza. Più che sugli aspetti romantici della vicenda, il regista si concentra sui temi che gli stanno maggiormente a cuore da sempre, con una riflessione accorata sull'amore, la perdita della persona amata e la limitatezza della condizione umana, ma stavolta lo fa in una forma più accattivante e, forse, anche più accessibile. Il critico Adelio Ferrero, autore di un'ottima monografia sul regista, lo ha definito "uno dei risultati più esemplari del cinematografo di Bresson, nella sua perfezione conchiusa e toccante", forse sopravvalutandolo leggermente. L'attrice protagonista Isabelle Weingarten tornerà in altri film, seppure in parti secondarie, come La maman et la putain di Jean Eustache e Lo stato delle cose di Wim Wenders. A mio parere resta una trasposizione molto personale, caratterizzata da lunghi silenzi e da una certa atmosfera tipica del Bresson maturo che non è immediatamente sovrapponibile al materiale letterario, più esuberante e appassionato, che Visconti ha saputo tradurre in immagini con maggiore fedeltà, anche se "Quattro notti di un sognatore" resta un azzardo filmico, come tutti quelli di Bresson, che suscita ammirazione per l'estrema originalità del proprio linguaggio.

Voto: 8/10

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