Regia di Andrej Tarkovskij vedi scheda film
Penultimo film di Andrej Tarkovskij e suo primo film realizzato al di fuori dell'Unione sovietica: "Nostalghia" è un'opera che aspira al cinema di poesia, ricca di bellezze figurative esaltate dalla splendida fotografia di Giuseppe Lanci, ma che finisce per cadere troppo spesso nel poeticismo, nella maniera dello stile tarkovskiano. Le sequenze di grande intensità non mancano, come quella famosa dell'attraversamento della piscina con la candela in mano, risolta con un bellissimo piano-sequenza, ma il ritmo è statico, lo stile si fa troppo astruso e carico di simbolismi a volte inutili, e, nel complesso, si ha l'impressione di un calo dell'ispirazione rispetto ai capolavori più importanti del regista. Fra gli attori, buona l'interpretazione di Oleg Jankovskij nei panni dell'intellettuale russo Gorkacov, assalito dal sentimento riferito dal titolo poiché in esilio dalla sua patria, ma risulta molto efficace anche il bergmaniano Erland Josephson nella parte del "matto" Domenico che si dà fuoco in Campidoglio sulla statua equestre di Marco Aurelio, discreta quella di Domiziana Giordano nella parte della traduttrice. Anche l'immagine finale, in cui si vede una dacia russa che viene ad essere inclusa nell'abbazia di San Galgano, è molto bella e suggestiva; peccato però che il film abbia troppi momenti di stanca o di noia. Pur non condividendo gli elogi di quella parte di critica che vorrebbe farne addirittura un altro capolavoro del regista, e considerandolo comunque il meno riuscito dei due film realizzati in esilio, ne consiglierei ugualmente la visione per cogliere momenti di forte trasporto visionario e di intensa emozione poetica all'interno di una pellicola complessivamente irrisolta e scricchiolante. voto 7/10
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