Regia di Antonio Padovan vedi scheda film
Non basta la buona prova di Battiston a far spiccare sopra la media questo film che conferma una volta di più come siamo ormai la patria, oltre che dei commissari tecnici della Nazionale, anche di quelli di polizia...
Seguendo una terza via tra l'inquietante gotico padano del primo Pupi Avati e le atmosfere crepuscolari di Mazzacurati, il regista di questa discreta pellicola si alza a quote collinari lascinadosi alle spalle nebbie e capannoni, restituendoci un Veneto di sghei e malaffare, oscure confraternite ed un misto di modernità e tradizione tra alcuni dei vitigni più famosi del mondo. Battiston è indubbiamente bravo nella parte di un ispettore che cerca di scardinare una certa omertà paesana davanti ad una serie di delitti apparentemente inspiegabili, ma ciò non basta a dare alla pellicola quel guizzo in grado di distinguersi da quello che ormai è diventato un Paese di santi, navigatori e commissari di polizia (in tutte le varianti, abito talare compreso...) Un film sostanzialmente con più bassi che alti, ma comunque valido nel restituire un ritratto di una provincia italiana che si è arricchita forse troppo in fretta a discapito di un territorio spesso avvelenato e deturpato.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta