Regia di Joseph Warren (Giuseppe Vari) vedi scheda film
Il furto con molta, molta destrezza di un superladro ai danni di un boss malavitoso frutta al rapinatore un bottino ingente in termini di soldi e di droga. Naturalmente il boss sguinzaglia subito i suoi uomini alla ricerca del ladro, così come fa l’FBI.
Dal melodramma al peplum, dal musicarello allo spaghetti western: questo lavoro aggiunge un nuovo tassello alla variopinta filmografia di Giuseppe Vari, mestierante dedito alle opere popolari più in voga del momento che è riuscito a licenziare una trentina di titoli in altrettanti anni – all’incirca – di carriera senza mai lasciare davvero il segno. Il tassello a cui si accennava è naturalmente quello dell’action, a cavallo tra spy story e super-rapina; a scrivere la sceneggiatura con il regista collabora qui il giallista Aldo Crudo: ma il risultato non è poi così memorabile. Il principale difetto per un’opera di questo stampo è che l’azione è diretta in maniera maldestra, sicuramente anche per colpa di un budget ristretto; ad assicurare la delusione, d’altronde, ci pensa fin dall’inizio il titolo, evidentemente insulso. Tutta la trama a ogni modo non gode di grandi intuizioni fantasiose e nemmeno il colpo (i colpi, anzi) di scena nel finale sembrano granché vivaci. Come protagonista, il ceco-austriaco Frederick Stafford (già visto tra l’altro anche in Topaz, di Alfred Hitchcock, 1969) garantisce il physique du role ad alto tasso di virilità e poco o null’altro. Al suo fianco troviamo, nel cast, Massimo Mollica, Silvia Monti, Margaret Rose Keil, Pietro Ceccarelli, Antonino Maimone e Irina Maleeva. Quantomeno il ritmo è abbastanza alto, un’ora e mezza passa senza troppi sbadigli. Il regista accreditato sui titoli di testa di Metti… che ti rompo il muso, infine, è Joseph Warren: abituale pseudonimo di Vari, che lascia d’altronde il suo nome all’anagrafe per i crediti di sceneggiatura. 2,5/10.
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