Regia di Guy Hamilton vedi scheda film
Il commando alleato "Forza 10" viene paracadutato in Jugoslavia con il compito di uccidere una spia nazista infiltrata tra i partigiani e far saltare un ponte che occupa una posizione strategica.
Nonostante il nome, la pellicola in questione ha ben poco a che vedere con quella diretta da J. L. Thompson nel 1961, se non i personaggi dei protagonisti, con Shaw nel ruolo che fu di Gregory Peck e Fox al posto di David Niven (e tale Philip Latham nella parte del generale Jensen, interpretato nel "prequel" da James Robertson Justice), e il soggetto di Alistair MacLean e Carl Foreman.
Tra evidenti richiami a "Dove osano la aquile" e "Quella sporca dozzina", solo per citarne alcuni, "Forza 10 da Navarone" rappresenta una sorta di summa delle situazioni e dei topoi caratterizzanti i film bellici del decennio precedente, priva però della medesima forza e freschezza che contraddistingueva le succitate pellicole: l'effetto déjà vu infatti fa capolino di frequente, e la sceneggiatura ha qualche incertezza.
"Forza 10 da Navarone" rimane, nonostante ciò, un buon war movie, coinvolgente e godibilissimo, condito qua e là di qualche tocco ironico che non guasta (specialmente per merito del personaggio di Edward Fox) e di alcune trovate piuttosto originali (i cetnici incappucciati). Dirige, con mestiere, il "bondiano" Guy Hamilton (autore del cult "Missione Goldfinger", ma anche di pellicole dimenticabili come "I lunghi giorni delle aquile"): ottime quasi tutte le sequenze d'azione e il finale alla diga.
Ma i meriti maggiori della pellicola vanno ricercati nella stupenda fotografia di Cristopher Challis, magistrale nel catturare le ambientazione naturali, e nel variegato cast. Un gruppo di attori bizzarramente assortito: Robert Shaw (ottimo); un giovane Harrison Ford, che sostanzialmente rifà il personaggio di Han Solo, interpretato l'anno prima in "Guerre Stellari"; Edward Fox, sornione e purtroppo fin troppo defilato; Carl Weathers, un pò fuori luogo ma tutto sommato convincente (e simpatico); Barbara Bach e Richard Kiel (memorabile), reduci del successo de "La spia che mi amava"; persino il nostro Franco Nero, che risulta sorprendemente all'altezza; e poi una serie di bravi caratteristi tra i quali Alan Badel e Michael Byrne (specializzato nel ruolo del nazista, vedi "Indiana Jones e l'ultima crociata"). Già sentita la colonna sonora di Ron Goodwin.
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