Regia di Mario Camerini vedi scheda film
Il conte Armando Landi, impenitente donnaiolo sulla sessantina, va in vacanza a Rapallo con una giovane fiamma, Lilly. Tra i due però non succederà nulla, poiché una volta là la ragazza si innamora di un coetaneo corteggiatore.
Siamo all'alba del cinema sonoro italiano e Mario Camerini è uno dei nomi più lanciati nel panorama della commedia brillante; in quello stesso 1932 il Nostro girava anche Gli uomini, che mascalzoni..., grande successo con protagonista Vittorio De Sica. L'ultima avventura è invece una ghiotta occasione per Armando Falconi, eccellente attore teatrale sulla sessantina, per ritagliarsi un ruolo di una certa importanza anche nel cinema; nei tre successivi lustri Falconi lavorerà parecchio anche per il grande schermo, ma senza ottenere i riscontri attesi. Nulla da eccepire sul suo mestiere, si capisce: ma già questa pellicola non sembra avere tutte le carte in regola per sbancare il botteghino. L'ultima avventura, dal titolo vagamente licenzioso, è un racconto in chiave umoristica sul sopraggiungere della vecchiaia e sul doversi arrendere ai limiti che la natura (o, meglio, l'anagrafe) ci impone; la sceneggiatura è firmata da Dino Falconi, figlio del citato protagonista, e dal suo usuale sodale Oreste Biancoli: bene il ritmo, la storia rimane viva per settanta minuti (standard dell'epoca), ma i contenuti sono un po' troppo frivoli e insipidi. Nel cast compaiono inoltre Diomira Jacobini, Cesare Zoppetti, Carlo Fontana e, in particine marginali, Carlo Romano e un esordiente dal futuro radioso: Pino Locchi, sette anni, che diverrà un leggendario doppiatore. 4,5/10.
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