Regia di Michael Caton-Jones vedi scheda film
Spiace vedere una vecchia gloria del cinema nel ruolo di un insulso patrigno sadico che per tutto il film picchia il figliastro quindicenne, alla fine salvato da una madre svanita. Mai visto un De Niro così penoso. Un triste melodramma famigliare americano consigliabile solo a chi odia Di Caprio con il titolo "Voglia di dimenticare".
Dramma famigliare americano, oggi giustamente dimenticato, ambientato in provincia alla fine degli anni cinquanta, che sarebbe consigliabile solo a chi odia Leonardo Di Caprio, qui nel ruolo di un ragazzino ribelle con mamma divorziata, continuamente oppresso e picchiato dal sadico patrigno Dwight Hasen (De Niro) un meccanico di Concrete, paese di campagna a ridosso delle montagne il cui nome tradotto in italiano significa granito, già vedovo con tre figli a carico. Alla fine della storia verrà mollato per sempre dalla nuova moglie per la gioia del disgraziato figliastro, che rischiava di finire strangolato per futili motivi (un barattolo vuoto buttato via). Finale fin troppo prevedibile e scontato.
L’ ormai vecchio divo di Hollywood Robert De Niro si sforza così tanto di fare l’ antipatico della situazione da sembrare involontariamente grottesco, con il risultato di rendere più credibili le interpretazioni dell’ allora minorenne Di Caprio e della Birkin, qui nel ruolo di una madre quarantenne fin troppo assente, salvo nel finale. Mai visto un De Niro così patetico, ridotto a fare delle facce da ebete incazzato mentre morde le dita dell' allora quindicenne Di Caprio per poi lanciargli addosso dei barattoli e infine beccarsi una mazzata in testa dalla madre. Certe cine critiche nostrane descrivono questo personaggio di De Niro come un "fascistone alcolizzato" ma in tutto il film questo Mister Dwight beve poco, non parla mai di politica, razze o religione ne (incredibile ma vero) tantomeno di baseball o rugby e l' unica divisa che indossa è quella dei Boy-Scouts, ai quali si era iscritto insieme al figliastro. Anche stavolta c'è da chiedersi se certi cinecritici di professione abbiano visto veramente il film da analizzare e meno male che in questo caso si tratta di interpretazioni di protagonisti famosi.
All' inizio questo medioman provinciale sembra un rappresentante di accendini a benzina che cerca inutilmente di essere simpatico a tutti con delle battute di spirito di patate, penose esibizioni da sassofonista e tiratore da gara domenicale mai più ripetute ma poi, una volta consumate le nozze con sodomizazzione inclusa, si rivela subito quel figlio di puttana morto di fame che è veramente, sopratutto nei confronti del figliastro lasciato nelle sue mani pesanti da una madre inconsapevole di chi ha sposato. Probabilmente De Niro avrebbe preferito interpretare il famigerato boss mafioso John Gotti al posto di Travolta, piuttosto che questo cattivo e insulso quàquàraquà di campagna, un antagonista di scarso spessore che a qualche cinefilo italiano al massimo potrà sembrare da molto lontano la versione americana del padre-padrone sardo di un più noto film dei Taviani o come livello di avidità ricordare quella di quel tremendo patriarca guercio di una famiglia di baraccati romani in quell' altro film nostrano di Loy, anche se nel suo caso siamo più vicini alla personalità una lattina vuota buttata per terra.
Abbastanza schematica è la rappresentazione ambientale del lontano 1957 che circonda il giovane protagonista Toby, che ha pochi amici e strano ma vero, nessuna amica o aspirante fidanzata. Rispetto ai suoi coetanei vestiti come Brando e James Dean, preferisce frequentare un ragazzino gay emarginato da tutti con il quale aveva avuto una lite finita male per lui. Film tratto da un racconto autobiografico di uno scrittore americano (Tobias Wolf) più famoso a casa sua che da noi, che sarebbe meglio intitolare “Voglia di dimenticare”. L' ennesimo dramma americano che rappresenta delle situazioni personali difficili aggravate dall' immancabile cattivo fuori di testa. E magari voleva dimostrare che tanta violenza domestica fa venir voglia alle vittime di ricominciare a vivere una volta libere? Bella scoperta!
Uno dei tanti film che alla fine della visione può far sorgere spontaneamente solo questa domanda: "Ma perchè ho visto questa tristezza di film?! Ovviamente soltanto per sapere che non tutto quello interpretato dall’ ex divo italoamericano del momento o dal vecchio mostro sacro italoamericano della cine critica è oro colato. Da noi questo film ha attirato un minimo di attenzione per la presenza di una vecchia e nota star e di una futura giovane star, anche grazie a un trailer fuorviante che mostrava il cattivo di De Niro come un personaggio insolito. Se questo film di Micheal Caton-Jones (mediocre regista di altri film subito dimenticati come il dramma bellico Memphis Belle e l' inatteso Basic Instinct 2) merita qualche stella è soltanto per le valide interpretazioni dei protagonisti, compreso l' allora giovanissimo non ancora divo mondiale e idolo delle ragazze Leonardo Di Caprio.
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