Regia di Jonathan Demme vedi scheda film
Mirabile esercizio stilistico hitchcockiano esaltato dalla colonna sonora di Miklòs Rosža e dalla fotografia insuperabile di Tak Fujimoto, in cui Demme dimostrò per la prima volta tramite la UA a stretta realizzazione da "Una Volta ho incontrato un miliardario" che definitivamente lo avrebbe inserito nell'industria del cinema americano, la sua grande conoscenza e capacità personale di rielaborazione dei generi, in particolare qui come detto il thriller hitchcokiano con la donna apparente vittima indifesa salvata dal protagonista uomo Henry Hannan/Roy Scheider, convalescente da un trauma inerente alla morte della moglie, come James Stewart ne "La Donna che visse due volte", poi vero motore della intera vicenda che mette le radici nel proprio passato di famiglia ebraica, e la donna dai due volti Ellie, "timida" ricercatrice universitaria e "femme fatale" vendicatrice di abusi innominabili subiti dalla nonna- forse un movente non molto credibile e fumoso, seppure nello splendido finale alle Cascate del Niagara si entra pienamente in un grande pastiche di suspense e romanticismo nero, non molto dissimile da certi coetanei titoli depalmiani-, qui interpretata in entrambi i ruoli, generosamente anche sotto il comparto fisico, dalla prematuramente scomparsa Janet Margolin, in un ruolo dalla doppia personalità.
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