Regia di Michele Massimo Tarantini vedi scheda film
Un trapezista del circo cade e muore. Lascia il piccolo Tonino, che non riesce a farsene una ragione, e la moglie che invece la ragione se la fa eccome, e si getta a capofitto tra le braccia di Raimondo, l’antipatico domatore di quello stesso circo. Però c’è anche il clown, che è in realtà un ex trapezista, e si affeziona sempre più allo sfortunato Tonino, dando una lezione al perfido Raimondo.
Nel 1978 il filone dei film tragici a oltranza con protagonisti dei bambini andava ancora discretamente forte, quantomeno abbastanza per convincere Michele Massimo Tarantini a scrivere il soggetto di questo Stringimi forte papà, e trasformarlo poi in una sceneggiatura completa insieme a Marino Onorati e Gastone Pescucci (curiosità: per quest’ultimo, noto caratterista e doppiatore, si tratta dell’unica prova di scrittura cinematografica in tutta la carriera). Una pellicola piuttosto discutibile, e da vari punti di vista: innanzitutto la trama procede in maniera singhiozzante,senza tanta fluidità; quindi c’è la regia, in più momenti disastrosa (specie nelle scene madri, ma Tarantini non è mai stato un artigiano raffinato – diciamo così), e per finire va aggiunta la disperazione che attanaglia lo spettatore nell’osservare impotente il dispiegarsi di così tante sfighe tutte concatenate l’una con l’altra in appena novanta minuti di proiezione. Se proprio una minima giustificazione per il regista si vuole trovare, si può tenere presente che il Nostro veniva da tutt’altro genere: aveva infatti raggiunto il successo con una serie di commedie scollacciate del calibro di La liceale (1975), La poliziotta fa carriera (1976) o Taxi girl (1977). A ogni modo la grana grossa della comicità di tali titoli ben si presta a un paragone con quella dei sentimenti forti suscitati da Stringimi forte papà, film talmente drastico nelle sue svolte drammatiche da finire con il risultare, nel migliore di casi, inverosimile a oltranza; nel peggiore, naturalmente, si può parlare di comicità involontaria. Tra gli interpreti: Martine Brochard, Glauco Onorato, Craig Hill e il piccolo Massimiliano Monti, la cui parabola come attore non durerà molto a lungo. 2/10.
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