Regia di Michael Powell, Emeric Pressburger vedi scheda film
Film divenuto molto difficile da reperire, "I racconti di Hoffmann" si divide in tre episodi, in ognuno dei quali si racconta l'infatuazione del poeta Hoffmann per una donna e la sua sconfitta ad opera di un malvagio antagonista. Nel primo episodio la donna si rivela una bambola meccanica, nel secondo una cortigiana veneziana, e nel terzo una cantante greca che deve scegliere fra la propria vita e la propria arte (forse il Kieslowski di "La doppia vita di Veronica" avrà preso ispirazione da qui). Il film rappresenta un ulteriore passo in avanti nella sperimentazione visiva di Powell e Pressburger, ma stavolta il risultato resta un pò al di sotto di "Scarpette rosse", per quanto sempre di livello soddisfacente. Il film operistico resta ancora oggi una delle scommesse più azzardate per un autore, poiché ve ne sono pochi validi esempi: i due registi ci offrono un tour de force tecnico indubbiamente ammaliante per l'occhio e condito delle geniali invenzioni visive tipiche delle opere precedenti, come ad esempio "Scala al paradiso", ma alla lunga la staticità del soggetto (soprattutto nel terzo episodio, che può risultare meno appassionante) e un'impressione di artificialità estrema fanno perdere qualcosa alla pellicola in termini spettacolari. Secondo Jacques Lourcelles si tratta di un "delirio barocco, musicale e plastico": sicuramente affascinante nella sua follia visionaria, nelle composizioni figurative e cromatiche e nelle sequenze di balletto, ma forse resta una visione piuttosto impegnativa e adatta soprattutto agli amanti dell'opera di Offenbach. Nel cast si apprezza nuovamente l'affascinante Moira Shearer insieme ad altri interpreti ballerini del film del 1948 come Ludmilla Tcherina e Leonide Massine.
voto 8/10
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