Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Sicilia, Sciacca: durante un pomeriggio d'estate una giovane di nome Agnese (Stefania Sandrelli) viene colta dall'istinto sessuale del giovane Peppino (Aldo Puglisi), promesso sposo della sorella di Agnese, Matilde (Paola Biggio). Nel momento in cui i due son tenuti a mantenere il segreto il padre di Agnese, Don Vincenzo Ascalone (Saro Urzì), insospettito dei comportamenti della figlia fa analizzare la sua urina per un'eventuale gravidanza. Apriti cielo: Agnese è incinta e il padre, furibondo, la picchia e la rinchiude in una stanza, sia perché inorridito dal gesto di Agnese, ma soprattutto perché affronto nell'onore. Don Vincenzo farà in tutti i modi, assieme alla moglie, per trovare il colpevole.
Sedotta e abbandonata (1963): Stefania Sandrelli
"Sedotta e abbandonata", uscito in B/N nel 1964, è uno dei migliori film che l'Italia avesse mai potuto produrre: realizzato in un'epoca ancora attorniata da tali tematiche, la pellicola è la perfetta ed inimitabile descrizione di una Sicilia avvolta nella corruzione, nell'ignoranza e nelle chiacchere. Il regista genovese Pietro Germi è riuscito a dimostrare grandissime capacità registiche, riuscendo a creare anche scene di culto come, ad esempio, il tormento della povera Agnese che, attorniata dalle mille voci che le sussurano le peggio minacce e i peggio insulti, ha come immagine proiettata i volti di coloro che la stanno descrivendo. Interpretata da una stupenda e magnifica Stefania Sandrelli, il personaggio di Agnese è, assieme a quello di Don Vincenzo, uno dei personaggi più disperati, tristi e drammatici mai visti sul grande schermo. Parlando appunto di Don Vincenzo: un mostro di personaggio, letteralmente parlando. Un'eccellente analisi del padre violento, attaccato più al proprio onore che a quello dei suoi figli, sempre pronto a fare qualsiasi cosa pur di non rovinarsi la reputazione.
Un grandissimo e dignitoso film.
10.
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