La recensione su Lo spaventapasseri

di alan smithee

8 stelle

GENE HACKMAN!

La vita è dura, almeno per i due vagabondi Max (Gene Hackman) e Lionel, detto Lion (Al Pacino), incontratisi per strada a chiedere un passaggio per raggiungere ognuno la propria meta.

Il primo è un burbero galeotto che, scontata la pena di 6 anni, cerca di tornare a Pittsburgh per aprire una attività di autolavaggio.

Il secondo, più mite e più giovane, è un ex soldato in missione tornato in patria per conoscere il figlio che una sua ex compagna dovrebbe aver partorito. Dopo qualche titubanza o diffidenza, i due diventano compagni di viaggio, progettando il primo di coinvolgere il suo nuovo giovane amico, che si definisce uno spaventapasseri per la innata capacità di indurre la gente a sorridere, come fa lo strano oggetto tra i campi alla vista degli uccelli starnazzanti.

I due verranno coinvolti in diverse vicissitudini, quasi nessuna delle quali piacevoli, finendo anche in prigione a seguito di una violenta rissa in un bar. L'epilogo di questa solida amicizia avverrà quando l'ex compagna di Lion, per vendicarsi di essere stata abbandonata, riferirà allo stesso di aver perso il nascituro a seguito di una caduta.

Lion sembra incassare bene quella falsa notizia, ma in realtà finirà pochi giorni dopo per esplodere in un attacco epilettico che lo farà rinchiudere in un ospedale psichiatrico, dopo essersi reso protagonista di una brutta sceneggiata in presenza di alcuni bambini al parco. Max proseguirà il viaggio da solo, senza tuttavia dimenticarsi del suo nuovo, solidale amico.

Terzo film da regista del bravo e spesso sottostimato cineasta e fotografo Jerry Schatzberg, Lo spaventapasseri porta avanti la storia di una amicizia che nasce per caso e si sviluppa come un rapporto consolidato che aiuta due derelitti della società a sonora vivere ai continui soprusi che la vita pone loro dinanzi.

Ben diretto e scrupolosamente sceneggiato nel delineare le sfaccettature più intime dei due solidi personaggi protagonisti, Lo spaventapasseri offre la sua carta vincente nella magnifica interpretazione dei suoi due attori protagonisti, ovvero un leonino, esagitato e magnifico Gene Hackman, in grado di conferire un taglio umanissimo ad un uomo dalla scorza granitica solo apparentemente inossidabile.

Gli fa da contraltare pertinente ed adeguato un giovane Al Pacino, fresco reduce dalla ottima prova d'attore in Panico a Needle Park, diretto dallo stesso regista l'anno prima, si prende carico di cesellare i caratteri più cangianti e sfaccettati di un giovane dall'anima buona che si trova di fronte ad un dramma ordito con cattiveria e risentimento, così devastante da condurlo vicino ad un baratro senza uscita.

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